Il canto della sirena

Odysseus and the Sirens. An 1891 painting by J...
Odysseus and the Sirens. An 1891 painting by John William Waterhouse.

 

 

 

 

 

 

 

Abbassa di più l’orecchio, avvicinalo. Copri l’altro con una mano. Pensa alle conchiglie. Ecco. Adesso puoi sentirmi.

Margaret Atwood, La Bottiglia

“Il canto della sirena” è una poesia della scrittrice canadese Margaret Atwood (1939 – vivente), tratta da una collana stampata negli anni ’70, Selected Poems, 1964-1975, il mito viene reinterpretato in chiave ironica, la parola alla sirena quindi con beneficio del dubbio…

Il canto della sirena

 

Questo è il canto che tutti

Vorrebbero imparare: il canto

Che è irresistibile:

 

Il canto che forza gli uomini

A buttarsi in mare a schiere

Anche se vedono i teschi arenati

 

Il canto che nessuno conosce

Perché chi l’ha sentito

È morto, e gli altri non riescono a ricordare.

 

Volete che vi sveli il segreto

E se lo faccio, mi libererete

Da queste fattezze di uccello?

 

Non sto bene qui

Acquattata su quest’isola

A sembrare pittoresca e mitica

 

Con questi due folli piumati

Non mi piace cantare

Questo trio, fatale e prezioso.

 

Dirò il segreto solo a te,

A te, a te solo,

Vieni più vicino. Questo canto

 

È un grido di aiuto. Aiutami!

Solo tu, solo tu puoi,

Tu sei unico

 

Alla fine. Ahimé

È un canto noioso

Ma funziona tutte le volte.

——————————————————————————————–

The siren song

 

This is the one song everyone

would like to learn: the song

that is irresistible:

 

the song that forces men

to leap overboard in squadrons

even though they see the beached skulls

 

the song nobody knows

because anyone who has heard it

is dead, and the others can’t remember.

 

Shall I tell you the secret

and if I do, will you get me

out of this bird suit?

 

I don’t enjoy it here

squatting on this island

looking picturesque and mythical

 

with these two feathery maniacs,

I don’t enjoy singing

this trio, fatal and valuable.

 

I will tell the secret to you,

to you, only to you.

Come closer. This song

 

is a cry for help: Help me!

Only you, only you can,

you are unique

 

at last. Alas

it is a boring song

but it works every time.

 

Selected Poems, 1974

Per chi volesse ascoltare altre sirene immaginate, la bellissima lettura dal capitolo dell’Ulisse di Joyce della poliglotta e meravigliosa interprete Cathy Berberian

 


Sempre struggente invece il percorso contrario, la canzone dedicata alla sirena di Tim Buckley 

6 pensieri su “Il canto della sirena

  1. Mi piace qui.
    Non solo la poesia che vale già tanto di suo, ma l’insieme, il contesto.
    Scoperta casuale di questa mattina, il tuo blog.

    Concordo perfettamente su Joyce e sui lampi geniali del suo scrivere.

    Ciao. Carlo.

    p.s.
    Piacere di fare la tua conoscenza.

    Pure io tengo un blogghettino
    ma sulla piattaforma BLOGGER
    (http://curiosidelmare.blogspot.it)

    1. Grazie mio omonimo, mi chiamo Carla, verrò a trovarti sul tuo blog 🙂
      P.S. ho provato a lasciare un messaggio sul tuo blog, ma eblogger non ne vuole sapere…buona guarigione, mi hai fatto venire voglia di una spremuta d’arancia.

      1. 🙂 son sicuro che la spremuta d’arance ti farebbe comunque bene

        Ah una cosa…

        Mi spieghi esattamente che problema ti ha dato nel lasciare un commento

        Anche un’altra persona mi aveva segnalato qualche giorno fa di aver avuto problemi nel tentativo di scrivere un commento. Per caso non si apre la finestra dei commenti? O si blocca? O altro ancora?

        Vorrei risolvere questa cosa al più presto, ma prima mi serve capire l’origine del disservizio.
        Buona giornata intanto! Carlo

      2. sì bevuta di gusto 🙂 ho fatto tre tentativi con wordpress e mi dice ogni volta che metto il mio indirizzo blog, indirizzo url non valido…poi ho provato con gmail e anche lì nulla…forse sono imbranata io ma non è la prima volta che mi capita con la piattaforma blogger…

    1. eh sì…un mistero insondabile…su cui hanno scritto in molti, la Atwood interpreta la sirena come una figura solitaria intrappolata dal suo ruolo di ammaliatrice pericolosa…però Joyce secondo me è stato davvero geniale, ricreando un linguaggio inventato, incomprensibile in cui si possono riconoscere a tratti frammenti, echi di parole…buona settimana anche a te Marta, io continuo a seguire i tuoi percorsi 🙂

Rispondi