Maniacs

I call you back, you call me back

I call you back, you call me back

Niente è più reale del niente

Samuel Beckett

A volte rimpiango i tempi del telefono grigio, quello della SIP, ci si vedeva ugualmente e si raccontavano meno bugie, almeno a me sembra, o forse perché ero una ragazzina, poco consapevole di me stessa, figurarsi delle intenzioni degli altri. Comunque se non rispondevi, non c’erano drammi, ti richiamavano, adesso ti bombardano di messaggi fino allo sfinimento. Grazie a Faccialibro e al magico mondo di internet sono in contatto giornaliero con potenziali nuovi “amici” virtuali.

Tutte le volte che ho la malaugurata idea di intervenire in qualche discussione su qualsiasi argomento, me ne pento amaramente. Arrivano sempre in gruppi di tre, frecciatine micidiali con aggiunta di emoticon ammiccante in coda di frase che dovrebbe smorzare i toni del discorso, e ottiene l’effetto contrario.

E guai a prendersela, è un gioco no ;-)?

Invece la prima regola di qualsiasi gioco, è che per essere considerato tale, deve avere almeno una regola, uno straccio di regola rispettata da tutti i giocatori. Anche quando si gioca si fa sul serio, che poi è l’aspetto più affascinante di qualsiasi interazione ludica, si fa finta che…con convinzione.

Se poi si passa dal ping-pong del flusso continuo di messaggi al dialogo “live”, il vero punto di svolta, è la sorpresa della voce, chi immaginavi avere una voce profonda, si esprime con un tono mellifluo da puffetto, non sempre, ma capita anche questo.

Gli esperti di tecnologia, quelli che per tentare di avvicinarsi, fingono un reale interesse per il tuo lavoro, sono invece i più tenaci, poche idee, ma applicabili a chiunque, seguite da dati alla mano, statistiche, numeri e percentuali, poi arrivano finalmente al punto: “come promuovi il tuo blog?”

E qui toccano un tasto delicato, perché io ormai tratto il mio blog come un figlio, e rispondo con apprensione materna.

“Con il solito metodo, la condivisione su twitter, fb, linkedin, etc.”

“E quante volte scusa?”

“Una volta a settimana, ogni volta che metto un post nuovo.”

“Ahahahah – o meglio l’equivalente dell’emoticon geometrico (^_^) – ma non funziona così, bisogna ripetere la programmazione varie volte. Usi Vine?”

“Non lo faccio mai con lo stesso post, mi sembra eccessivo. No, so a malapena mettere un video su youtube.”

“Macché eccessivo, bisogna insistere, insistere, insistere. E poi scusa dovresti raggiungere il target di 5000 amici, avere molti più seguaci – parola che mi fa orrore perché mi ricorda le sette – allora funziona, sennò chi ti legge? E la tua community?”

“Non ce l’ho…ho dei lettori, dei commentatori misurati, ricercatori curiosi, qualche voyeur, una manciata di controllori e i miei preferiti, quelli che ti trovano casualmente per un dirottamento del motore di ricerca, cercano la storia di un unicorno e finiscono per leggere le ricette dei pirati.”

“Devi lavorare di più sulla tua reach-ability.”

E allora sai c’è? Continuo a seguire il buon metodo random che funziona sempre, teleguidata dall’istinto, come dice la saggia Memnet, aka Tina Lattanzi, “ne ho abbastanza delle vostre ciarle”, battuta che vale il kolossal biblico di Cecil B. De Mille, doppiato in un italiano talmente antico da fare tenerezza.

3 pensieri su “Maniacs

  1. ahah ahah ahah scusa sorrido.
    Mah…
    Boh…
    Incredibile…
    Non ci credo…
    Ma siamo matti?…
    Non so….

    Non ho mai considerato tutte queste cose. Se dovessi iniziare a farlo…chiuderei il blog. Che poi il mio va beh…
    …..
    Ciao
    .marta

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