Orsi e passioni canadesi

The Canes Venatici constellation from Uranogra...

[…] non riuscivo a introdurre dei personaggi in una stanza senza descrivere tutti i mobili. Lei mi dice che Hemingway insegnava a non descrivere mai i personaggi. So tutto di quella regola. Ma tiro dritto.

Alice Munro

Mi dispiace per gli altri candidati, ma il premio Nobel per la letteratura – il chimico e filantropo Nobel ha una storia tristissima, per colpa della sua scoperta esplosiva perse il fratello e il padre rimase gravemente menomato – l’hanno dato alla scrittrice canadese Alice Munro, originaria dell’Ontario, terra di orsi, laghi e volpi…

La Munro ora è conosciuta ovunque, grazie alla raccolta di racconti Lives of girls and women, che in italiano viene rovesciato in Vite di donne e ragazze.

Io ho iniziato a leggerla per merito di un’altra scrittrice canadese Marian Engel, autrice di un romanzo molto popolare in Canada, Bear (Orso, 1976), l’incontro di una bibliotecaria con un orso, insolito e a tratti surreale, perché tra i due scoppia la passione, una passione così travolgente che alla fine ti affezioni pure all’orso. E infatti prestai il libro a un amico e non lo rividi più, la trama evidentemente gli era piaciuta.

La Munro fu la prima scrittrice a vincere nel 1986 il Marian Engel Award, un premio letterario in memoria della Engel che onorava la carriera delle scrittrici canadesi con una somma di denaro, circa 10000 $canadesi, durato fino al 2007 e poi sparito dalla circolazione. Ormai io la collego sempre all’orso della Engel, animale mitico che serve per ridefinire il nostro rapporto con la natura selvaggia.

Nel libro della Engel il significato dell’animale varia a seconda dello sguardo di chi lo osserva, non a caso l’orso vive su un’isola sperduta, a sottolineare il fatto di essere lui stesso un’isola in un’altra isola, un’identità a sé. Tralascio le letture psicoanalitiche sulla sessualità dell’orso, dalla “pelliccia così folta da non poter essere penetrata”, ma Lou, la bibliotecaria che deve catalogare il lascito di libri alla fondazione per cui lavora in una remota località del Canada, non si arrende, e rompe il tabù, addomestica temporaneamente l’orso, ma solo temporaneamente, come accade in ogni rituale. Alla fine l’orso ricomparirà solamente nella sua connotazione cosmica come orsa maggiore, ritorna al paesaggio e rivive nel ricordo, secondo il significato originario di ri-cordare, riportare al cuore…

Uno dei più grandi critici letterari del Novecento Northrop Frye è convinto che la narrativa canadese sia ricca di immaginazione proprio perché profondamente radicata nel “possibile”, vasti territori inesplorati che invitano attraversamenti inaspettati.

Ed è proprio così…come testimonia il commento di una lettrice su goodreads:

Ok tornando alla realtà, lasciando da parte simbolismo e allegoria, questo è un libro che racconta di una donna che se la fa con un orso. Inutile aggiungere che non guarderò mai più gli orsi e il miele (e forse anche le persone) senza sentirmi un po’ morbosa da adesso in poi ma devo ammettere che questa bestia strana, inquietante e magnifica mi ha stupito e meravigliato.

L’orso ha colpito ancora…

5 pensieri su “Orsi e passioni canadesi

  1. Purtroppo io in questi festeggiamenti sono sempre un po’ frenato dalla mia convinzione che fino a che non danno il Nobel a Roth, questo premio non è credibile…
    Ho letto qualcosa della Munro: avevo comprato un suo libro con grande entusiasmo, spinto dalla quarta di copertina che la paragonava a Cechov e alla O’Connor… purtroppo, a mio parere non raggiunge quelle vette…

    1. Ciao Paolo, ho letto il tuo post sull’infanzia e mi hai fatto ricordare un sacco di cose, io era figlia di un pilota di volo acrobatico…Ma sai sui criteri del Nobel si potrebbe discutere molto e infatti ogni anno ci sorprendono, la Munro, è considerata la regina del racconto, sicuramente non con la passione degli autori che citi tu.

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