I am not what I am

Sono capitata per caso su questo video in inglese su youtube, un ritratto di Guglielmo Scuotilancia di Jorge Luis Borges, non ho potuto fare a meno di condividerlo. Metto just in case anche la traduzione in italiano, tratta dai magnifici Oscar Mondadori, a cura di Domenico Porzio.

Da Everything and Nothing (Tutto e Niente):

Non vi fu alcuno in lui; dietro il suo volto (che anche attraverso i cattivi ritratti dell’epoca non assomiglia a nessun altro) e le sue parole, ch’erano copiose, fantastiche e agitate, non c’era che un po’ di freddo, un sogno sognato da nessuno. Al principio credette che tutti fossero come lui, ma la sorpresa di un compagno col quale aveva cominciato a commentare quella condizione di vuoto, gli rivelò il suo errore e gli fece capire, per sempre che un individuo non deve differire dalla specie. Pensò, un giorno, che nei libri avrebbe trovato rimedio al suo male e così apprese il poco latino e meno greco che poteva conoscere un suo contemporaneo; poi considerò che nell’esercizio di un rito elementare dell’umanità poteva forse trovarsi quel che cercava, e si fece iniziare da Anne Hathaway, in un lungo pomeriggio di giugno. Passati i vent’anni andò a Londra. Istintivamente si era già addestrato nell’abilità di essere qualcuno, perché non fosse scoperta la sua essenza di nessuno; a Londra trovò la professione cui era predestinato, quella dell’attore, il quale su un palcoscenico giuoca a essere un altro, davanti a un’accolta di persone che giuocano a crederlo. Le fatiche dell’istrione gli fecero conoscere una felicità singolare, forse la prima che provasse; ma applaudito l’ultimo verso e ritirato dalla scena l’ultimo morto, l’odiato sapore della irrealtà tornava a impossessarsi di lui. Cessava di essere Ferrex o Tamerlano ed era nuovamente nessuno. Così, mentre il corpo compiva il suo destino di corpo nei lupanari e nelle bettole di Londra, l’anima che l’abitava era Cesare, che non presta ascolto all’ammonizione dell’augure, e Giulietta, che ha in odio l’allolodola, e Macbeth, che conversa nella landa con le streghe che insieme sono le sue parche. Nessuno fu tanti uomini come quell’uomo, che a somiglianza dell’egizio Proteo poté esaudire tutte le apparenze dell’essere. Talora, lasciò in qualche luogo della sua opera una confessione, certo che non sarebbe stata decifrata; Riccardo afferma che nella sua persona fa la parte di molti, e Jago dice con curiose parole “Non sono quel che sono”. L’identità fondamentale dell’esistere, il sognare e il rappresentare, gl’ispirò passi famosi.

Vent’anni durò in codesta allucinazione guidata, ma una mattina fu sopraffatto dal tedio e dall’orrore d’essere tanti re che muoiono di spada e tanti sventurati amanti che convergono, divergono e melodiosamente agonizzano. Quello stesso giorno decise di vendere il suo teatro. Meno di una settimana più tardi era tornato al paese natale, dove riebbe gli alberi e il fiume della fanciullezza e non li collegò a quegli altri che aveva celebrato la sua musa, illustri per allusioni mitologiche e voci latine. Doveva essere qualcuno; fu un impresario in ritiro che ha fatto fortuna e al quale interessano i prestiti, le liti e la piccola usura. In tale carattere dettò l’arido testamento che conosciamo, dal quale deliberatamente escluse qualsiasi tratto patetico o letterario. Solevano visitare il suo ritiro amici di Londra, ed egli riprendeva per loro la parte del poeta.

La storia aggiunge che, prima di morire o dopo morto, si seppe di fronte a Dio e gli disse: “Io, che tanti uomini sono stato invano, voglio essere uno e io.”

La voce di Dio gli rispose da un turbine: “Neanche io sono; io sognai il mondo come tu sognasti la tua opera, mio Shakespeare, e tra le forme del mio sogno sei tu, che come me sei tanti e nessuno”.

Un pensiero su “I am not what I am

  1. Gli articoli su William Shakespeare continuano a essere molto seguiti. La scorsa settimana record di visite assoluto per le traduzioni del XIX sonetto, e “Il caso della moglie di William Shakespeare.” Oltre ai due sonetti che ho tradotto qui nel blog (Tempo Divoratore…e l’altro il XCVIII ne “Il compleanno di Shakespeare”), ho scritto molto altro sull’argomento, a partire dalla Dodicesima Notte, Sogno di una notte di mezz’estate, Macbeth, Othello, ecc… Buona lettura!

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