Ebbasta con questa farsa dei troll

Scritto per Cartaresistente

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©Franz Jüttner – Biancaneve

Il padre dell’orazione è lo silenzio e la sua madre è la solitudine

 

Detto da Girolamo Savonarola, il Maestro delle prediche e dei sermoni, è un consiglio da non sottovalutare. Vomitare pagine di lava infuocata rischia di fare peggio.

Sì però ci sono certi personaggi che non possono fare a meno di irritarti, e allora come si fa?

Puntualmente arrivano tre suggerimenti, puntualmente ascoltati in parte.

Il primo è l’approccio conciliante, che mi sembra poco risolutivo.

“Cerca di vedere cosa ti infastidisce così tanto nell’altro – il troll? – in te stesso”.

“Ma l’hai visto? No dico, l’hai visto?”

“Non è facile mi rendo conto, però tu che hai tanta fantasia..”

Dici grazie ma pensi vaffanculo.

Il secondo è il consiglio dell’esperto.

“Vanno ignorati punto.” E poi tirano fuori la metafora del fuoco, “non aggiungere legna al fuoco”. Annuisco, tanto ho già incenerito orde di troll con lo sguardo, senza consumare legna.

Il terzo è inutile. Parte da una domanda e finisce in polemica.

“E chi sono i troll?”

“Ma dai?!? Quelli che cercano di litigare sempre, ti attaccano per una frase che non è piaciuta in un commento del 2008 in un blog ormai chiuso – i disturbatori.”

“Mai visti e mai incontrati. Non seguo.”

“Ma userai internet?”

“Solo per vedere le previsioni del tempo e leggere le notizie.”

“E non ti ha mai disturbato nessuno?”

“Nessuno, per me li provochi tu.”

“Io? Ma tu sei fuori?”

“Stavo solo cercando di capire, il problema è tuo, mica mio.”

“Infatti, perspicace.”

“Si vede che li attiri, che vuoi che ti dica?”

Nella lingua dei troll: Þǫgn.

E cala lo silenzio e basta.

 

 

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