May You Live in Interesting Times 58esima Biennale di Venezia

Quest’anno, la Biennale di Venezia curata da Ralph Rugoff, presenta delle novità rispetto alle scorse edizioni. Meno paesi partecipanti, 79 in tutto, molti eventi collaterali che sono delle occasioni per esplorare la città in zone fuori dai soliti circuiti turistici, e per la prima volta gli artisti selezionati espongono le loro opere sia ai Giardini che all’Arsenale. Spesso riconoscerete la stessa mano, ma in molti casi rimarrete stupiti per l’esito dei risultati.

Farne un riassunto è impresa pressoché ardua, anticipo già che c’è un livello di cupezza che fa sospettare che i tempi “interessanti” siano altro al di là del gioco di parole sul finto anatema cinese e sul rapporto con le fake news. Indubbiamente gioca un ruolo importante la tecnologia, la rete di connessioni che hanno stabilito altri tipi di interazioni, e hanno modificato per sempre il nostro modo di rapportarci online e offline, segnali di suoni che ci distraggono, a volte ci confondono, altre ci destabilizzano e lasciano un senso di vuoto incolmabile.

Che ruolo ha l’arte in un mondo che fa presagire spesso scenari apocalittici? Inquinamento ambientale, riscaldamento globale, periferie e centri storici abitati da rifiuti, mancanza di prospettive, abbandoni, violenza, identità che non vogliono essere imbrigliate in contesti di genere, luoghi non luoghi, sogni appesi a un esile filo di speranza che si coglie a tratti, tanto dolore, troppo.

Le immagini sono forti, ci sono menomazioni, gabbie che stanno per esplodere, strani marchingegni che tentano di raccogliere pozze rosse come sangue, cancelli che sbattono sgretolando muri, pupazzi appesi come marionette inermi, fermate di autobus con foto di ragazze scomparse mai più ritrovate, inquietanti case di bambole, maschere deformate, il relitto del naufragio sulla costa siciliana del 2015, Barca Nostra, stazionata sulla riva dell’Arsenale di fronte a una piazzola di ghiaia, una tomba a cielo aperto, voluta da Cristoph Büchel.

Menzione speciale l’hanno avuta il Belgio con l’installazione MONDO CANE, l’artista greca Haris Epaminonda con le sue sculture tempio che esplorano realtà parallele. Leone d’oro il video The White Album di Arthur Jafa, un riassunto di violenza e razzismo che documenta le tensioni all’interno della società americana. Ritorna Arthur Marclay che aveva vinto il leone d’oro con l’installazione Clock, un omaggio allo scorrere del tempo che passa insieme a noi, quest’edizione presenta un collage di video di guerra, 48 video di guerra montati a cornice e selezionati solo in base alla nitidezza dell’immagine, dalla guerra civile americana alla guerra in Iraq, in un circolo continuo che non ha né inizio né fine. Impressionante la video installazione del giapponese Ikeda sull’universo dei dati. Sofferente il mondo sonoro di Shilpa Gupta, un omaggio a 100 poeti che sono stati imprigionati per le loro idee, For, in your tongue, I cannot fit.

La Lituania si aggiudica il Leone D’Oro con l’installazione dal vivo Sun & Sea, una spiaggia ricreata a Castello, fuori dall’Arsenale, con tanto di performance live che si tiene tutti i sabati (chi volesse partecipare può far parte dei bagnanti, basta contattare padiglione per ricevere istruzioni su cosa portare e come vestirsi, volendo si può cantare fino a Ottobre).

Ci sono anche varie app per conoscere la visione di Venezia nella realtà aumentata di Scott Barren o seguire Bob (Acronimo per Bag of Beliefs-Borsa di Credenze) una creatura virtuale che potrebbe riservare parecchie sorprese o sperimentare le visioni di Dominique Gonzalez-Foerster.

Strepitosa la mega ragnatela di Tomás Saraceno, che ha ricreato un’enorme tela nuvola dentro una scatola nera, la sua aracnomanzia ci accoglie con cautela mentre il Padiglione Centrale fuma grazie all’intervento di Lara Favaretto, Thinking Head. All’interno del Padiglione Centrale nei Giardini, l‘Angelo del Foyer, ologramma di Cyprien Gaillard che richiama l’omonimo quadro di Max Ernst ci avverte da subito che saranno tempi “interessanti”, non forse come avremmo immaginato.

Siete pronti?

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