L’arte del “vero”

Ieri sono andata a Murano per lavoro. Da anni ci stanno dicendo che l’arte del vetro sta scomparendo, che ormai fanno tutto i cinesi. Mai visto così tante vetrerie, tutte stavano bene, un pullulare di forni e artigiani Vulcani in azione. I cavalli di vetro restano in pole position da decenni, a seguire caramelle, pagliacci soprammobili, murrine, penne, lampadari, bicchieri, vasi, anelli, collane, braccialetti. Di tutto e di più. Gli oggetti rossi sono i più costosi perché contengono oro, illuminano le sale espositive con luci piene di calore. In vaporetto i pochi abitanti dell’isola. I turisti trascinano scatole di cartone enormi con … Continua a leggere L’arte del “vero”

Le interviste possibili: IV. Wanda Romano

Il quarto appuntamento dedicato alle interviste possibili ha come protagonista Wanda Romano, diplomata in scenografia all’Accademia di Brera, insegnante di materie artistiche, ha vissuto e lavorato per un lungo periodo a Madrid, scultrice, crea collezioni di gioie con un materiale insolito, il PET, la plastica riciclata, e risultati sorprendenti, sfumature di colori luminosi e cangianti, e una leggerezza e duttilità delicata. Le sue opere sono state esposte in mostre collettive e personali all’estero e in Italia, memorabile la sua installazione con 54 pezzi unici al Museo Plart di Napoli. Prima di tutto, benvenuta nel mio salotto virtuale, cosa ti offro? … Continua a leggere Le interviste possibili: IV. Wanda Romano

Passiamo oltre, forse

“Gradisce un whisky?” “Solo un dito…” “Non vuole prima un whisky?” (Quattro delitti in allegria, Alain Berbérian) È stata una settimana densa di avvenimenti, politici e non, spezzata da una Pasqua relativamente serena, confortata dalle inesauribili risorse della gastronomia che ha la straordinaria capacità di annullare la dimensione spazio-temporale: in cinque minuti si dimenticano con gusto ore di lavoro in cucina. Il passaggio dall’”euforia” della festa a un giorno comune mi ha fatto ricordare una poesia di Corrado Govoni (1885-1965), citato spesso male in quasi tutte le antologie letterarie. Un autore anfibio che inizialmente aderisce al futurismo per poi “tradurre … Continua a leggere Passiamo oltre, forse

Le metamorfosi di Yeats

The song of wandering Aengus si riallaccia a una tradizione poetica irlandese chiamata aisling, un nome femminile di donna che significa sogno, visione. Una poesia-visione dunque che riassume in sé i canoni della mitologia classica e gaelica. Venne pubblicata nel 1899, nella raccolta di poesie The Wind among the reeds (Il vento fra le canne) di W. B. Yeats (1865-1939). È stata anche musicata da vari cantautori irlandesi e non, eccola nella traduzione in italiano e in versione originale. La canzone di Aengus l’errante Andai al bosco di nocciòli, Perché nella testa avevo un fuoco, Tagliai e pelai un ramoscello di nocciòlo, E attaccai … Continua a leggere Le metamorfosi di Yeats