Posted on febbraio 27, 2018 by Yerakinax Standard
Per chi non conosce gli scacchi – che mi avranno spiegato varie volte come del resto i tempi di esposizione in fotografia con scarsi risultati – il titolo si riferisce proprio a quello, non al cavallo Stellino, co-protagonista del film. Il cavallo è l’unico pezzo degli scacchi che può scavalcare gli altri.
Qui siamo sempre a Vigata nel 1877, in realtà Camilleri si rifà a un episodio storico realmente accaduto a Enna, al tempo delle tasse sul pane. Il ragioniere Giovanni Bovara – nato in Sicilia ma trasferitosi a Genova – accetta un incarico nella sua terra di origine, proprio a Vigata. Ognuno fa quello che gli pare e sarà dura rimettere le cose al loro posto. Faccendieri corrotti, denunce mai verificate, omertà, un avvocato un po’ troppo invadente. Pezzo forte Teresina, la sua padrona di casa, giovane vedova che ha un tresca con il prete del paese un certo Carnazza che quando la vede in guêpière nera è pronto a tutto, e non è l’unico. Ovviamente a un prezzo con scambio di oggetti di valore fino a che succede il fattaccio…
Carnazza viene ritrovato “sparato”…Finché Bovara si ostina a parlare in italiano nordico con accento genovese non succede una minchia, poi dopo essere imprigionato, in preda agli incubi, arriva la svolta, passa al dialetto siciliano e si schiude un mondo.