Litoti

Purtroppo è arrivato anche il loro momento, le negazioni che affermano. Gli inglesi che sono fulminei e rapidi nella battute sono abili compositori, del resto hanno un vocabolario talmente ricco che aiuta; le litoti mediterranee sono di natura polemiche, ti convincono per sfinimento, se hanno delle premesse, sai già che le cose si mettono male, “non è che volevo dirti che sei un bugiardo – = lo sei – però nel caso in cui ti fossi reso conto come ti comporti quando sei in mezzo agli altri, quella volta in cui ti ho chiesto se mi potevi aiutare e NON … Continua a leggere Litoti

Alliterazioni

Ti sien come il fruscio che fan le foglie Oggi leggendo la quantità di informazioni che mi arrivano via mail, anche non volute – la voce interiore di yosemite continua a ripetermi che libero non è un server sicuro, e ormai la ignoro; nella follia c’è sempre una ragione diceva il buon vecchio Shakespeare – ho ritrovato un sottobosco di una tristezza più unica che rara popolato da cafoni. Bisogna riconoscere che la perizia è impressionante, strani figuranti che insistono a prendere il posto di qualcuno come se fosse un pezzo di collage che si strappa e si riaggiusta con un presunto guizzo creativo, c’è … Continua a leggere Alliterazioni

4 anni di un anagramma

Alla radio una voce recitava “Annina scendeva le scale” Tentavo di seguirla tra i versi L’ho persa senza batter ciglio. Ho iniziato dandomi la zappa sui piedi con un articolo sul neo-melodico, per un concorso sulla cultura pop, unico caso in Italia in cui non vince NESSUNO, riparto di slancio con un quiz, Il Questionario di Proust, il ritratto che ne viene fuori è un mostro, un misto tra Ricky Cunningham, il roscetto di Happy Days, dove la felicità era stare tutto il giorno dentro un fast-food a mangiare hamburger e guardare Fonzie pettinarsi nel cesso, e Brian Wilson dei Beach … Continua a leggere 4 anni di un anagramma