Dantissimi auguri

750 anni della nascita del sommo vate, celebriamo! Si legge a voce alta, volendo. Non è un canto intero, ma una libera successione di versi scelti da Inferno, Purgatorio e Paradiso. Metodo innegabilmente Random. Nel mezzo del cammin di nostra vita mi ritrovai per una selva oscura, che la diritta via era smarrita. Lo giorno se n’andava, e l’aere bruno toglieva li animai che sono in terra da le fatiche loro; e io sol uno m’apparecchiava a sostenere la guerra Per me si va ne la città dolente, Per me si va ne l’eterno dolore, Per me si va tra … Continua a leggere Dantissimi auguri

Un sonetto dal Portoghese di Elizabeth Barrett Browning

Ieri stavo facendo una ricerca sulle peonie, tra i miei fiori preferiti, le rose senza spine, con cui si fanno parecchie essenze di profumi, ricordate anche nell’Ode alla Malinconia da John Keats, che ho già tradotto qui nel blog. E così sono arrivata a Elizabeth Barrett Browning (1806-1861), la poetessa romantica inglese innamorata dell’Italia, moglie di Robert Browning, che la salvò da un padre opprimente, una giovinezza minata da una malattia gravissima, curata male con il laudano, viene quasi sempre ritratta in pose malinconiche, i capelli acconciati in boccoli infiocchettati, lo sguardo rassegnato che sembra annunciare una fine prematura. Traduttrice … Continua a leggere Un sonetto dal Portoghese di Elizabeth Barrett Browning

Legittime evasioni

“È inutile sbarrare le porte alle idee, le scavalcano.” Klemens von Metternich Saluto la fine di gennaio con un insolito omaggio a Silvio Pellico (1789-1854), ricordato prevalentemente per Le mie prigioni. Grazie a Google, ho trovato una versione integrale dell’opera, l’edizione pubblicata a Parigi nel 1835, una copia custodita gelosamente in una biblioteca dell’Università del Michigan. Da subito mi hanno spiazzato le prime righe dell’incipit: “Il Venerdì 13 ottobre 1820 fui arrestato a Milano…lascio la politica ov’ella sta e parlo d’altro.”[1] Ma come? Ci hanno incrinato per anni con la storia di Silvio Pellico imprigionato ingiustamente nello Spielberg, con l’immagine … Continua a leggere Legittime evasioni

Imprevisti e probabilità, il cuore in un sasso

Una decina di anni fa nel Northumberland, nella parte nord-orientale dell’Inghilterra ai confini con la Scozia è stato fatto un esperimento poetico, affidato al caso e a una manciata di pecore. L’autrice, Valerie Laws, ampiamente criticata per aver ottenuto 2000 sterline per finanziare il progetto, da molti ritenuto ridicolo, ha pensato bene di rallegrare la comunità rurale, afflitta da una tremenda epidemia di bestiame, scrivendo sulle schiene degli ovini alcune parole, che a seconda di come gli animali si muovevano nel gregge andavano a comporre delle poesie casuali. Tra le migliori combinazioni possibili, è stata segnalata questa: Warm drift graze … Continua a leggere Imprevisti e probabilità, il cuore in un sasso

Tempo Divoratore spunta gli artigli al leone

Come sempre, testo in inglese, e di seguito la mia traduzione in italiano. Ho notato che molti cercano un commento, ma il sonetto è talmente cristallino che credo non abbia bisogno di nessuna spiegazione, oltre ai fiumi di parole già scritte sull’argomento. Sonetto 19 di William Shakespeare Devouring Time, blunt thou the lion’s paws, And make the earth devour her own sweet brood; Pluck the keen teeth from the fierce tiger’s jaws, And burn the long-liv’d Phoenix in her blood; Make glad and sorry seasons as thou fleets, And do whate’er thou wilt, swift-footed Time, To the wide world and … Continua a leggere Tempo Divoratore spunta gli artigli al leone