Ieri stavo facendo una ricerca sulle peonie, tra i miei fiori preferiti, le rose senza spine, con cui si fanno parecchie essenze di profumi, ricordate anche nell’Ode alla Malinconia da John Keats, che ho già tradotto qui nel blog. E così sono arrivata a Elizabeth Barrett Browning (1806-1861), la poetessa romantica inglese innamorata dell’Italia, moglie di Robert Browning, che la salvò da un padre opprimente, una giovinezza minata da una malattia gravissima, curata male con il laudano, viene quasi sempre ritratta in pose malinconiche, i capelli acconciati in boccoli infiocchettati, lo sguardo rassegnato che sembra annunciare una fine prematura. Traduttrice dal greco del Prometeo incatenato di Eschilo, autrice di Saggio sulla mente e altre poesie (1826), e di una delle più belle raccolte di versi d’amore i Sonetti dal Portoghese (1850), scritti in segreto per il marito, e poi regalati nel giorno del matrimonio, assertivi nella loro bellezza certa, la ferocia della passionalità imbrigliata in rime ordinate. Altro che dichiarazioni spicciole da sms, tvmb vaghi, salti quantici in altri mondi. La storia di amore con Robert Browning ha ispirato diverse fiction, tra cui il romanzo di Virginia Woolf, Flush, A biography (1933), la ricostruzione della sua vita attraverso il punto di vista del cane di Elizabeth Barrett, un cocker spaniel con una spiccata personalità.
XLIII
How do I love thee? Let me count the ways
How do I love thee? Let me count the ways.
I love thee to the depth and breadth and height
My soul can reach, when feeling out of sight
For the ends of being and ideal Grace.
I love thee to the level of everyday’s
Most quiet need, by sun and candlelight.
I love thee freely, as men strive for Right.
I love thee purely, as they turn from Praise.
I love thee with the passion put to use
In my old griefs, and with my childhood’s faith.
I love thee with a love I seemed to lose
With my lost saints–I love thee with the breath,
Smiles, tears, of all my life!–and, if God choose,
I shall but love thee better after death.
§
Come ti amo? Lasciami contare i modi
Come ti amo? Lasciami contare i modi.
Ti amo fino alla profondità all’estensione all’altezza
Che l’anima mia può raggiungere, quando oltre la vista
Tocco i confini dell’essere e della Grazia ideale.
Ti amo alla pari della più calma necessità
Di ogni giorno, alla luce del sole e a lume di candela.
Ti amo liberamente, come chi lotta per la Giustizia.
Ti amo puramente, come chi rifugge dall’Elogio.
Ti amo con la passione messa in pratica
Nelle mie vecchie pene, e con la fede della mia infanzia.
Ti amo con l’amore che mi sembrava di aver perso
Con i miei santi perduti – ti amo con il respiro,
I sorrisi, le lacrime di tutta la mia vita! – e se Dio vuole,
Ti amerò ancora meglio dopo la morte.
§
Nel frattempo mi ascolto un inno urbano dei Verve…”Sonnet”…
io sono comunque una migliorista…confido in fidanzati migliori…mercoledì ci sarà un nuovo appuntamento, una sorpresa…
…ti amerò ancor meglio dopo la morte…
(non esageriamo, eh…)
ciao Carla
buona settimana
.marta
eh sapevo che quel verso avrebbe attirato l’attenzione, e invece è potentissimo, lei che sa di morire, l’amerà anche dopo…adesso figurati chi scriverebbe versi del genere? Al massimo ti dedicano delle brutte canzoni…
ciao Marta, buona settimana anche a te 🙂
C’è molta paura anche d’amare in questo lungo periodo di paura …
più cresce la voglia di voler bene più ci si chiude e si diffida…
Ora esprimersi con queste parole…mi sembra esagerato…insomma ama ora, ama meglio in vita…anche se è un modo di dire…però, insomma..
Per scrivere si potrebbero anche scrivere, anche migliori dico…ma viverli penso nessuno
O sono troppo sfiduciata io?
.marta
è una poetessa dell”800 e si esprime secondo la lingua dell’epoca, anche se lei spezza la tradizione, inserendo nel testo l’uso frequente delle domande, allora poco usato…nessuno vorrebbe un imitatore della Browning, ma la maggior parte degli uomini si esprime male, la tecnologia poi ne ha peggiorato la meschinità e scarsa generosità, per cui invece di una telefonata, ti mandano un sms, ma meglio che mi fermo qui…
Già…