Una decina di anni fa nel Northumberland, nella parte nord-orientale dell’Inghilterra ai confini con la Scozia è stato fatto un esperimento poetico, affidato al caso e a una manciata di pecore. L’autrice, Valerie Laws, ampiamente criticata per aver ottenuto 2000 sterline per finanziare il progetto, da molti ritenuto ridicolo, ha pensato bene di rallegrare la comunità rurale, afflitta da una tremenda epidemia di bestiame, scrivendo sulle schiene degli ovini alcune parole, che a seconda di come gli animali si muovevano nel gregge andavano a comporre delle poesie casuali. Tra le migliori combinazioni possibili, è stata segnalata questa:
Warm drift graze gentle white below the sky soft sheep mirrors snow clouds.
Non un capolavoro, dei semplici pensieri delicati da parte di tredici animali inconsapevoli che “pascolano riflettendo nuvole di neve”.
Nulla a che vedere con le brughiere insanguinate di Ted Hughes (1930-1998), animate da versi infuocati dove natura e mito si mescolano sapientemente perché vivono in una dimensione atemporale.
In netto contrasto con i pensieri addomesticati degli animali della Laws, ho scelto Thistles, incentrata sui cardi, piante piene di aculei con dei bellissimi fiori violacei, simbolo araldico della Scozia. La poesia è costruita proprio sulla polivalenza evocata dai fiori spinosi.
Un’antica leggenda racconta che gli Scozzesi si salvarono grazie alle spine della pianta; durante un agguato notturno, un Vichingo calpestò un cardo, si mise a urlare e la missione fallì. “Nessuno mi avrà sfidato impunemente” è il motto che compare negli stendardi scozzesi.
Cardi
Contro le lingue di gomma delle vacche e le mani da zappatura degli uomini
I cardi infilzano l’aria estiva
E aperti crepitano sotto una pressione nero-blu.
Ognuno ha uno scoppio vendicativo
Di resurrezione, una manciata tenace
Di armi scheggiate e gelo islandese emerso
Dalla macchia sotterranea di un Vichingo imputridito.
Sono come pallidi crini e le gutturali dei dialetti.
Ognuno regge una piuma di sangue.
Poi diventano canuti come gli uomini.
Una volta falciati, è una lotta. I figli arrivano
Rigidi di armi, contrattaccano sullo stesso terreno.
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Thistles
Against the rubber tongues of cows and the hoeing hands of men
Thistles spike the summer air
And crackle open under a blue-black pressure.
Every one a revengeful burst
Of resurrection, a grasphed fistful
Of splintered weapons and Icelandic frost thrust up
From the underground stain of a decayed Viking.
They are like pale hair and the gutturals of dialects.
Every one manages a plume of blood.
Then they grow grey like men.
Mown down, it is a feud. Their sons appear
Stiff with weapons, fighting back over the same ground.
P.S. ho preferito nero-blu a nero-azzurra per evitare la connessione immediata e non voluta con l’Inter.