Scritto per Cartaresistente

Il padre dell’orazione è lo silenzio e la sua madre è la solitudine
Detto da Girolamo Savonarola, il Maestro delle prediche e dei sermoni, è un consiglio da non sottovalutare. Vomitare pagine di lava infuocata rischia di fare peggio.
Sì però ci sono certi personaggi che non possono fare a meno di irritarti, e allora come si fa?
Puntualmente arrivano tre suggerimenti, puntualmente ascoltati in parte.
Il primo è l’approccio conciliante, che mi sembra poco risolutivo.
“Cerca di vedere cosa ti infastidisce così tanto nell’altro – il troll? – in te stesso”.
“Ma l’hai visto? No dico, l’hai visto?”
“Non è facile mi rendo conto, però tu che hai tanta fantasia..”
Dici grazie ma pensi vaffanculo.
Il secondo è il consiglio dell’esperto.
“Vanno ignorati punto.” E poi tirano fuori la metafora del fuoco, “non aggiungere legna al fuoco”. Annuisco, tanto ho già incenerito orde di troll con lo sguardo, senza consumare legna.
Il terzo è inutile. Parte da una domanda e finisce in polemica.
“E chi sono i troll?”
“Ma dai?!? Quelli che cercano di litigare sempre, ti attaccano per una frase che non è piaciuta in un commento del 2008 in un blog ormai chiuso – i disturbatori.”
“Mai visti e mai incontrati. Non seguo.”
“Ma userai internet?”
“Solo per vedere le previsioni del tempo e leggere le notizie.”
“E non ti ha mai disturbato nessuno?”
“Nessuno, per me li provochi tu.”
“Io? Ma tu sei fuori?”
“Stavo solo cercando di capire, il problema è tuo, mica mio.”
“Infatti, perspicace.”
“Si vede che li attiri, che vuoi che ti dica?”
Nella lingua dei troll: Þǫgn.
E cala lo silenzio e basta.