Orangeness

Breve croni-memoria dedicata alla Notte Creativa sull’arancione organizzata dall’Atelier Meta-Morphic il 21 Gennaio a Madrid. 

L’arancione è stato un colore che ha attraversato tutta la mia infanzia. Negli anni settanta andavano di moda oggetti tecnologici che alludessero ad altri mondi, una rivisitazione del futuro che era già un dé-jà vu, suggerita dai telefilm dell’epoca: lampade improbabili con fibre ottiche che vibravano, puff scomodissimi in cui si sprofondava goffamente. Di solito venivano abbinati a dei mobili ordinari, i salotti erano una cattiva imitazione di setting spaziali, era un modo efficace per dominare il fascino dell’ignoto all’interno di un ambiente domestico.

Mi ricordo ancora i primi esperimenti televisivi a colori. Andavamo a vedere “le prove tecniche di trasmissione” a casa di una vicina, un programma che ora sarebbe inconcepibile: due signore srotolavano pile di stoffa colorata come se fossero doni preziosi inviati dal Marajà. Tentavamo di leggere il labiale, in sottofondo c’era una base musicale insulsa, ogni tanto partivano dei fischi e lo schermo si riempiva di strisce colorate, segnale che annunciava la fine delle prove tecniche, e noi ritornavamo a giocare.

L’arancione era il colore preferito per gli elettrodomestici, noi usavamo un registratore portatile arancione fiammante con cui ballavamo shake e beat italiano. I ghiaccioli erano pieni di coloranti che ti lasciavano dei baffi indelebili, il gingerino però mi aveva già conquistato.

L’estate la passavamo quasi sempre in località balneari sull’Adriatico, un mare inquinato in tempi non sospetti, dal colore verdastro, abitato da strane colonie di alghe a forma di insalata che noi scalciavamo come se fossero palloni sgonfi sul bagnasciuga a ondine. Nel ’77 improvvisamente scomparvero tutte le bibite colorate, ci fu una vera e propria guerra ai coloranti. La sequenza numerica E111 che indicava il colorante per l’arancione venne bandita per sempre. Per un periodo circolarono gingerini incolori, ma non c’era nessun gusto a bere bibite trasparenti, il divieto venne abolito in poco tempo, magicamente ritornarono le bibite colorate con non so quali additivi.

L’arancione veniva associato ai cibi sani: le spremute fresche di arancia piene di vitamina C, il profumo dei mandarini, i cachi… L’aranciata industriale, la Fanta, si beveva per le occasioni speciali, tempi di rinunce in cui l’euforia delle bollicine era un’esclusiva delle feste di compleanno. C’era anche lo “spumante analcolico” dei bambini, la mitica “Spuma”…una bibita dal sapore dolciastro che non aveva nulla a che vedere con l’uva e i suoi derivati.

La percezione dell’arancione cambiò per sempre quando andai a vedere Alien, il primo della serie interpretato dalla coraggiosa Sigourney Weaver.

La scena credo sia arcinota a tutti, ormai fa parte della storia cinematografica, mi riferisco al momento in cui l’equipaggio si riunisce per festeggiare Kane, l’astronauta che si è salvato miracolosamente da un incontro-scontro con una misteriosa entità aliena informe che prima gli si era avvinghiata sul viso e poi era esplosa, con grande soddisfazione del pubblico. È l’ultima cena prima del rientro sulla Terra. Nei bicchieri ci sono delle bibite arancioni che spiccano sullo sfondo bianco ghiaccio dei tavoli. A un certo punto, mentre tutti si stanno rilassando dopo qualche birra in compagnia, inaspettatamente Kane si sente male, ha delle terribili convulsioni, i suoi compagni non sanno cosa fare, tentano di soccorrerlo, gli bloccano la lingua con una posata ma assistono impotenti a uno spettacolo raccapricciante: gli esplode lo stomaco e dal busto fuoriesce un mostro tentacolare ricoperto da una sostanza vischiosa arancione, l’alien lo sta divorando sotto lo sguardo impietrito degli altri astronauti…

Un episodio terrificante che fa parte della fanta-scienza, ma da allora quella sequenza si è stampata nella mente, e dopo quel film inevitabilmente l’arancione ha inglobato una piccola dose di oscurità.

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La versione in spagnolo e il video racconto con la voce narrante di Denis Broduriès è ora visibile nel blog di Creative Insomnia, qui sotto il link

creativeinsomnia.wordpress.com/creativeinsomniaorange-night/branoalcollo

 

5 pensieri su “Orangeness

  1. Mangiadischi, Fanta, Alien, tutto con i colori di un quadro pop. La scena di Alien però faceva veramente paura. Magari i coloranti poi erano più pericolosi!

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