Zibaldone giuoco-calcio

Oggi, inaspettatamente, mi sono messa a leggere le cinque poesie che Umberto Saba aveva dedicato al calcio, un viaggio in un’altra dimensione, lontanissima, campestre, vi ripropongo Goal:

Il portiere caduto alla difesa

ultima vana, contro terra cela

la faccia, a non veder l’amara luce.

Il compagno in ginocchio che l’induce

con parole e con mano, a rilevarsi,

scopre pieni di lacrime i suoi occhi.

La folla – unita ebrezza – per trabocchi

nel campo. Intorno al vincitore stanno,

al suo collo si gettano i fratelli.

Pochi momenti come questo belli,

a quanti l’odio consuma e l’amore,

è dato, sotto il cielo, di vedere.

Presso la rete inviolata il portiere

– l’altro – è rimasto. Ma non la sua anima,

con la persona vi è rimasta sola.

La sua gioia si fa una capriola,

si fa baci che manda di lontano.

Della festa – egli dice – anch’io son parte.

Impossibile non ricordare una vecchia frase spacciata per aforisma di Giovanni Trapattoni, non credo avesse in mente il poeta, ma solo ora acquista un senso nuovo, “il nostro caso è prosa, non poesia.” Non mi resta che affidarmi alle voci dei giocatori stessi:

Abbiamo fatto sognare ma ci vuole un cambiamento. Alcune volte si pensa…E in alcuni casi si dice che sono meglio due feriti che un morto. Le squadre le partite se la giocano e sarà sempre così, ma ogni tanto qualche conto bisogna anche farlo. Credo che nella vita si debba avere paura di altre cose, non di una partita. Prima di tirare in porta, immagina di spaccare delle catene. Se una punizione è tirata come si deve, è imparabile. Non ho mai fatto cilecca, a meno che per cilecca, si intenda appunto essere veloci e un po’ egoisti. I passi in avanti che puoi fare sono direttamente proporzionali alla rincorsa che hai preso. Niente è impossibile. Le energie per una finale si trovano. Riempiamo l’Europa d’azzurro.

In fondo aveva ragione Tacconi, “gli Europei sono una cosa mondiale.”

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Nell’ordine: Cesare Prandelli, Gigi Buffon, Mario Balotelli, Daniele De Rossi, Andrea Pirlo, Antonio Cassano, Alessandro Diamanti, Claudio Marchisio, Giorgio Chiellini, slogan sull’autobus degli azzurri.

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