Erotosonetto, Edoardo Sanguineti
Se sa sedurti soltanto un sonetto,
Archetipo d’amaro amore assente,
Nasconderò nei tuoi nomi il mio niente,
Golfo mio, mia girandola, mio ghetto:
Umiliato unicorno, unico e urgente,
Inciderò in te impronte, intimo insetto,
Nodo dei nodi, nudo nervosetto,
Enfasi estrema, epigramma emergente:
Tenera in tutto, torre di tormenti,
Infarcito mio infarto, idolo, inferno,
Apriti a me, tu, aurora di aghi ardenti:
Muta medusa, muscolo materno,
Ascoltami, arida aspide, e acconsenti:
Tremo con te, tremendo, tardo terno.
Ho ripreso in mano un mio vecchio Dizionario dei Giochi con le parole [1], devo ammettere che gli esempi sarebbero da aggiornare, per certi versi simili alle risate a denti stretti della Settimana Enigmistica. I draghi locopei sono l’anagramma di giochi di parole, un nome lievemente fantasy, genere che non rientra tra le mie letture preferite. Sfogliando i vari giochi proposti, mi ha incuriosito la spiegazione del passatempo “marchesa-maschera”, forse in voga tra i giovani ottantenni, che consiste nello slittamento di una lettera che cambia completamente il significato di una parola, un divertimento contorto che si capisce meglio una volta letto l’esempio: Il sindaco di Udine bacia la mona della Regina – un refuso comparso in una didascalia di una foto degli anni ’20. A sorpresa scopro che lo scioglilingua sopra la panca la capra campa, sotto la panca la capra crepa, altro non è che un’altra possibile declinazione del famoso “marchesa-maschera”, impossibile non inciampare nell’inversione delle sillabe pa-ca, ca-pa… Il colpo di grazia arriva con un contributo di Amedeo Tosetti che ci propone alcune frasi chiarificatrici: Io sto disteso in cotal foggia all’ombra di un faggio e mi disseto. Tu, Titiro, versi un sorso di vino rosso ai servi, facili ad èsili esili. Stai sicuro: io non ricuso la tua ospitalità. Anche a Paride scorrono rapide le ore della giovinezza. Molta fatica per nulla. Direi peggio dei pedanti che vogliono raccontarti le barzellette, che poi puntualmente dimenticano dei pezzi. E ci sono pure quelli che si esaltano se per pietà accenni un sorriso, te ne racconto un’altra? Anche no, grazie davvero. Allora mi è venuto in mente un film degli anni quaranta di Howard Hawks, Colpo di Fulmine (Ball of Fire) con una strepitosa Barbara Stanwyck, che a torto si ricorda di solito per la serie televisiva western in cui è la padrona antipatica di un ranch, e invece qui sconvolge la vita di un gruppo di lessicografi intenti a scrivere le voci di un’enciclopedia, una rivisitazione di Biancaneve e i sette nani, pre-google. Eccoli in azione mentre tentano di imparare la conga, male e per poco, ci pensa la governante castratrice a metterli in riga. Secchioni emozionati. E anche youtube che ha rimosso il video, ce ne faremo una ragione 😉
Rileggevo il mio primo commento…altro che “cittadina del mondo”! Sanguinet-t-i con due “ti” non si può leggere. 🙁
Sarda sempre, io!
Te lo correggo immediatamente, capita dai 🙂
Ma no, figurati! E’ bello poter ridere dei propri errori… >_<
mai prendersi troppo sul serio, quello vale sempre…ha un cognome che invita al raddoppiamento…ma Sanguineti non si può storpiare.
Che post interessante e…divertente! Mentre leggevo mi distraevo: pensavo a qualche parola con la quale poter giocare…
bello bello bello…”Tremo con te, tremendo, tardo terno”…Sanguineti è micidiale…
buona settimana e buone cose
.marta
Grazie Marta 🙂 mi sono laureata sulla teoria dei giochi…Sanguineti è fortissimo, ironico, divertente, malinconico, come piace a me. Buon inizio settimana anche a te, ti aspetto, come sempre a Venezia mercoledì, altro sestiere, altra passeggiata…
Tranquilla Carla…le mie valige son sempre pronte 😉
Bene, cittadina del mondo 🙂