Isole

Bluebells-2005-05-02-1
Bluebells

Ho sempre vissuto su isole, sono abituata a stare sola, a convivere con la nostalgia per luoghi che non abito più, molti anni a Venezia, città amata e poi abbandonata, un anno in Irlanda, ma non l’Irlanda di ora, l’Irlanda di vent’anni fa, piena di pecore e di pub con gli sgabelli in similpelle sbucciata, sette anni in Inghilterra, più heavy-metal che swinging, per poi scomparire nella mia isola di libri.

Mr Black vive anche lui nella sua isola lontanissima, Singapore, l’ho conosciuto per caso su Linkedin, che effettivamente lega più di quanto si creda.

E così ho scritto un libro in inglese con uno scrittore scozzese che probabilmente non vedrà mai la luce, originariamente un giallo che si è ribellato al suo destino da solo, diventando una commedia involontaria, ho conversato amabilmente con un sacco di scrittori in giro per il mondo, e poi un giorno ho risposto a una newsletter di Mr Black, colpita dalla foto nel suo profilo: un arcobaleno riflesso sul viso.

Mr Black non si poteva ignorare, un cognome cinematografico, c’era un film con Brad Pitt nella parte del Signor Nero, “Vi presento Joe Black”, una finta commedia con un finale a sorpresa in cui il signor Nero era la morte in persona.

Il mio Signor Nero invece voleva una recensione dei suoi racconti, e io non mi sono tirata indietro[1]. In quel tentativo poco riuscito di nascondere il dolore con un eccesso di ironia, si capiva che anche lui aveva il cuore spezzato. A un certo punto però nelle trame parallele della narrazione arriva la svolta, la visita inaspettata di un connazionale, un commerciante di elettrodomestici in viaggio di affari in Estremo Oriente, grasso e con il vizio della battuta facile… il tipico personaggio da telefilm americano – il classico ciccione con il sorriso stampato sulle labbra che poi di solito viene massacrato da qualche balordo mentre mangia come un maiale un doppio cheeseburger in un autogrill con musica country in sottofondo, ma questa è un’altra storia – che lo invita a bere qualcosa per sentirsi a “casa”. Dopo qualche bicchiere di troppo il discorso cade sull’Oceania, il libro sull’Oceania di Paul Theroux, che tutti e due hanno letto. Si riferiscono alla scena in cui lo scrittore si trova in un fast-food di un’isola sperduta e fa finta di leggere un libro mentre aspetta il suo pranzo.

Il viaggio è diventato un alibi per dimenticare il divorzio da cui non si è ancora ripreso. Circondato da famiglie piene di bambini festosi che lo osservano con diffidenza, perché da quelle parti nessuno entra in un locale da solo, continua a fissare il libro per difendersi dagli sguardi intrusivi dei suoi vicini di tavolo, è palesemente a disagio, cerca di controllarsi e poi all’improvviso scoppia a piangere a dirotto per la famiglia che non ha più.

“Quell’uomo” ero io – confessa il ciccione in lacrime, e Mr Black non può che annuire in silenzio.

In quel preciso istante io e l’uomo-arcobaleno siamo diventati amici, lui nella sua isola, io nella mia.

Il mio tempo diverso è finalmente arrivato, come annuncia profeticamente Derek Walcott in “Amore dopo amore” dalla sua isola nei Caraibi, è il momento in cui ti guardi allo specchio e ritorni ad amare lo straniero che era il tuo io, gli occhi si riempiono di blu e quel blu è il mio nuovo inizio…

4 pensieri su “Isole

  1. Ma che storia…..!
    Mr Black che personaggio affascinante….
    Come è raccontato, poi….sei bravissima…ed io, ora inizio meglio la settimana.
    (bella la parte finale del post….molto bella: iniziamo dal blu, allora! Cielo o mare?)

    un sorriso
    .marta

    grazie

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