Memories

Oggi, tanto per cambiare sono stata contattata dall’ennesimo profilo farlocco, questa volta su pinterest, e pure con una massima, “la memoria è solo memoria di ciò che è vecchio”, più o meno, vado a braccio…ma che cazzata! Certo per alcune persone meglio non ricordare, sarebbe troppo doloroso vedere tutti gli atti incompiuti, le meschinità di certi gesti, il non ammettere certi errori che poi sono preziose lezioni, e invece ti infliggono la loro presenza-assenza come uno scroccone non invitato che tu hai accompagnato alla porta e che rientra come un ladro dalla finestra, virtuale o reale che sia, il disturbo è uguale. Poi c’è chi ha pure cattiva memoria, e ricorda quello che vuole ricordare, ma il film in questione, è Wild Strawberries di Ingmar Bergman, e lo ricordo bene, come ricordo bene il motivo per cui l’avevo condiviso, una poesia di Edwin Morgan, uno dei più grandi poeti scozzesi, dallo stesso titolo Strawberries…le fragole di un picnic, poco importa per il lettore se quel picnic sia avvenuto o meno, se la storia sia nel passato, nel presente, o in un futuro possibile, è un ricordo condiviso riattivato dal cuore – to learn by heart – e così che si impara a memoria.
“Qui non serve misurare con il tempo, a nulla vale un anno, e dieci anni non son nulla. Essere artisti significa: non calcolare o contare; maturare come l’albero, che non incalza i suoi succhi e fiducioso sta nelle tempeste di primavera, senza l’ansia che dopo possa non giungere l’estate. L’estate giunge. Ma giunge solo a chi è paziente e vive come se l’eternità gli stesse innanzi, così sereno e spensierato e vasto.” Eh già, come non essere d’accordo con Rilke?

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