Iso-lamento #41 – I giorni della Quarantena

Da oggi abbiamo superato i quaranta giorni di clausura e si continua così rinchiusi a casa. Non so voi, ma io non sono molto favorevole a questa nuova app che dovrebbe tracciare ogni nostro movimento futuro. Ieri sulla 7, nel programma Piazza Pulita di Formigli ho seguito l’intervento di Stefano Massini sulla sicurezza, sulla libertà in memoria dello scrittore cileno Sepúlveda, scomparso ieri per Coronavirus…insomma non c’è da stare tranquilli.

È un grande quesito, perché in realtà non sappiamo che fine faranno i nostri dati, oltre alla incertezza in cui brancoliamo al momento. Le parole sono ancora più importanti, specialmente ora, qual è il confine in cui la norma si deve fermare?

Io, in caso di dubbi, vado sempre a rileggermi Hillman:

“Norma” e “normale” derivano dal latino norma, che significa squadra di falegname. Norma è un termine tecnico, strumentale per indicare l’angolo retto; attiene alla geometria applicata…Nel sedicesimo e diciassettesimo secolo “normale” significava rettangolare, perpendicolare, ad angolo retto. La nostra accezione attuale, tradisce chiaramente l’uso ottocentesco, così come è commentato nell’Oxford English Dictionary, dove normale e ideale si fondono.

Ciò che è singolare, diventa sbagliato, fuori dalla norma – sfuggendo così a ogni definizione statistica – e condanna morale…

[James Hillman, La vana fuga dagli dei, Adelphi, 1998 pp. 199-200, trad. di Adriana Bottini]

Ancora una volta il mito greco ci viene incontro, unendo i due concetti che legano norma e necessità in una divinità, la dea della polis, Atena, a cui nulla sfugge.

 

 

 

 

 

 

2 pensieri su “Iso-lamento #41 – I giorni della Quarantena

  1. Interessante e fondamentale domanda. Hillman è un grande pensatore.
    I nostri, sono anche i tempi di Ananke (in greco antico: Ἀνάγκη, Anánkē), dea del destino, della necessità inalterabile e del fato.

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