Da questa settimana, doppia programmazione, oltre al consueto post odierno, aggiungo un ulteriore appuntamento infrasettimanale, di mercoledì, il 10 Aprile verrà infatti pubblicato su Cartaresistente, un progetto creativo sul tema delle città raccontate, io racconterò Venezia, accompagnata dalle illustrazioni di Davide Lorenzon.
Oggi vi propongo “Mutability” di Percey Bysshe Shelley (1792-1822), poeta dalla vita breve ma intensa, sposato con Mary Shelley, l’autrice di Frankenstein, a sua volta figlia di una coppia illustre, Mary Wollstonecraft, la prima femminista liberale, e il filosofo anarchico William Godwin, e con un cognome così chi potrebbe metterlo in dubbio?
Frankenstein, sottotitolato Il Prometeo moderno, viene considerato il primo romanzo nero fantascientifico, ha notoriamente ispirato moltissimi cloni, il finale tra i ghiacci è davvero inverosimile, il Dottor Frankenstein per sbarazzarsi del mostro lo porta al Polo Nord dove sparisce tra le tenebre [1], ma visto che di fiction si trattava tanto valeva non mettere limiti all’immaginazione.
Un verso della “Mutabilità” di Shelley ricomparirà di nuovo in Frankenstein, quando Victor preoccupato dell’esito delle sue ricerche pronuncerà la frase rivelatrice, “one wand’ring thought pollutes the day”…tristemente consapevole della deriva della sua intenzione.
Ho preferito tradurre mutability con mutabilità e non con mutevolezza, proprio perché ne coglieva in pieno il senso, ossia la capacità di mutare.
Mutabilità
Siamo come nuvole che velano la luna di mezzanotte;
Come sfrecciano senza tregua, e splendono, e fremono,
Striando radiosamente l’oscurità! – eppure subito
La notte si chiude attorno, e si perdono per sempre:
O come lire dimenticate, le cui corde dissonanti
Danno risposte varie a ogni variare di colpo di vento,
All’esile struttura nessuna vibrazione nuova apporta
Un tono o una modulazione pari all’ultimo.
Riposiamo. – Un sogno ha il potere di avvelenare il sonno.
Ci alziamo. – Un pensiero errante che inquina il giorno.
Sentiamo, concepiamo o ragioniamo, ridiamo o piangiamo,
Accogliamo una grande pena, o allontaniamo le nostre angosce:
È tutto uguale! – Che sia gioia o dolore,
La via del suo commiato è sempre libera:
L’ieri dell’uomo non può essere come il suo domani,
Niente può durare se non la Mutabilità. [2]
Ho il sospetto che il nostro Lorenzo de’ Medici con il suo “del doman non v’è certezza” avesse tentato di superare lo scoglio della mutabilità con maggiore goliardia, mutatis mutandis…
Mutability
We are as clouds that veil the midnight moon;
How restlessly they speed, and gleam, and quiver,
Streaking the darkness radiantly! ― yet soon
Night closes round, and they are lost for ever:
Or like forgotten lyres, whose dissonant strings
Give various response to each varying blast,
To whose frail frame no second motion brings
One mood or modulation like the last.
We rest. ― A dream has power to poison sleep;
We rise. ― One wandering thought pollutes the day;
We feel, conceive or reason, laugh or weep;
Embrace fond woe, or cast our cares away:
It is the same! ― For, be it joy or sorrow,
The path of its departure stili is free:
Man’s yesterday may ne’er be like his morrow;
Nought may endure but Mutability.
Riposiamo. – Un sogno ha il potere di avvelenare il sonno.
Ci alziamo. – Un pensiero errante che inquina il giorno.
Notevole questi versi….davvero…
Splendido post!
Seguirò, come già seguo, il blog Cartaresistente, conoscerò Venezia allora…come la vedono i tuoi occhi e il tuo cuore.
E così anche altre città che verranno proposte.
Una splendida iniziativa che porta ad interagire e a diffondere conoscenza…grazie!
un buon inizio settimana
ciao
.marta
Tutto merito di Shelley 🙂
grazie Marta, spero che ti piaccia, non anticipo altro perché spero che sia una piacevole sorpresa, buona settimana, un bacio C.