La mattina si svegliò con il rumore della pioggia battente. Scese in cucina, si preparò un caffé, si mangiò una fetta di torta alle mele e si mise a leggere il giornale online. Cliccò per caso sul cartone animato Venus Wars. Le venne subito in mente una vecchia recensione dell’autobiografia scritta dalla ex First Lady giapponese Miyuki Hatoyama. Era stata sul pianeta Venere, l’avevano rapita gli alieni, diceva di aver conosciuto Tom Cruise quando era giapponese, una vita avventurosa.
Venere per la sua vicinanza al pianeta Terra e per le sue dimensioni era stata scelta come versione gemella della Terra, ci avevano ambientato molte storie di fantascienza. Fino ai primi del ‘900 veniva descritta con un clima umido proprio per la presenza di nuvole nell’atmosfera. Con l’invio delle prime sonde dopo gli anni sessanta le storie si dovettero adeguare alle nuove scoperte scientifiche. Si scoprì che il pianeta era inabitabile, un clima più che torrido, con una temperatura di 475º e piogge di acido solforico. A quella temperatura stagno e piombo si sarebbero già fusi, il mercurio bolliva. Il pianeta ruotava in modo retrogrado, in senso orario. L’atmosfera era formata per la maggior parte dal 96.6% di anidride carbonica e dal 3.2% di azoto.
Nei racconti di fantascienza i Venusiani continuavano a vivere. Il mistico svedese Emmanuel Swedenborg aveva contribuito a diffondere due categorie distinte: il tipo educato e gentile, con un’altezza media simile all’uomo, e quello violento, selvaggio, alto come un gigante, che viveva depredando chiunque incrociasse sul suo cammino. Miyuki doveva aver incontrato dei Venusiani gentili, altrimenti non sarebbe mai ritornata dal suo viaggio cosmico. Gli abitanti della Luna invece assomigliavano a dei bambini, con un’età compresa tra i sei e sette anni, ma con la forza di uomini adulti e voci che rimbombavano come tuoni.
Leila scoppiò a ridere quando si accorse che nella sua playlist c’era Venusienne dance di Dimitri from Paris, gli alieni di fatto erano esperti di musica beat elettronica.
Andò in camera, si infilò un paio di jeans e una maglia blu. Mentre stava finendo di truccarsi, squillò il telefonino, scosse la testa, era l’ispettore Ausilio.
“Buongiorno ispettore, cos’è successo adesso?”
“Grandi novità, ne parliamo in ufficio.”
“D’accordo ispettore, il tempo di arrivare.”
Si passò un filo di rossetto sulle labbra, fece rientrare Pacetto che stava tentando di aprirsi la porta finestra a testate, e uscì in tutta fretta.
WIP…oltre la fantascienza
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