Doctor Faustus: I parte

Riprendo il progetto sulla rilettura dei classici, dopo Wolfango Goethe e Gli anni di pellegrinaggio di Wilhelm Meister, un romanzo imponente, Doctor Faustus (1947) di Thomas Mann, letto parecchi anni fa, a vedere dalle sottolineature. Considerando la mole del volume, edizione Oscar Mondadori con traduzione e introduzione di Ervino Pocar – tra l’altro la versione italiana fu una delle prime a uscire nel 1949 – prevedo a occhio e croce, almeno 10 puntate, cercherò di essere sintetica, entro i limiti del possibile, ma può darsi che mi incrinerò e vi incrinerò… il tema richiede una certa cautela, la vita del compositore Adrian Leverkühn, narrata da un amico, Serenus Zeitblom – si potrebbe scrivere un saggio solo sul nome Sereno Fioredeltempo – dottore in lettere.

 

Lo giorno se ne andava e l’aer bruno

Toglieva gli animali che sono in terra

Dalle fatiche loro, ed io sol uno

 

M’apparecchiava a sostener la guerra

Sí del cammino e sí della pietate

Che ritrarrà la mente che non erra.

 

O Muse, o alto ingegno, or m’aiutate,

o mente che scrivesti ciò ch’io vidi,

qui si parrà la tua nobilitate.

 

(Dante, Inferno, canto II)

 

Serenus fa risalire la stesura della biografia al 1943, due anni dopo la morte dell’infelice amico, tra atroci dubbi per non essere all’altezza del compito, ma poi si lancia nell’impresa di seguire il suo istinto ragionato a lungo, a 60 anni, è arrivato il momento per riguardare indietro e riflettere su quanto accaduto.

Ha conosciuto Adrian da bambino, tra i banchi di scuola, a Kaisersaschern, una cittadina immaginaria vicino al fiume Saale, in Turingia. Serenus, è figlio di un farmacista di fede cattolica, severo ma appassionato al suo lavoro, Adrian, invece proviene da una famiglia di artigiani e agricoltori. Serenus è il classico ragazzo studioso, diventa presto professore di lettere antiche, si sposa con Helene, da cui ha tre figli, una femmina, di nome Helene, come la madre, e due maschi, uno decide di fare il militare e l’altro il burocrate, affetti tiepidi.

La figura del padre di Adrian lo colpisce da subito, un uomo robusto con i baffi, che di solito la sera legge una versione della Bibbia rilegata con pelle di porco con fermagli in cuoio – un particolare che non si può non notare – che pare fosse appartenuta alla sposa del figlio di Pietro il Grande, abbandonato per scappare in Martinica con un francese.

Il padre Jonathan sfoglia con gusto libri illustrati con animali esotici e farfalle colorate, su cui è preparatissimo:

Il colore magnifico, che ostentano, un azzurro bello come un sogno, non è un colore vero e proprio…ma è prodotto da sottili scanalature e da altre formazioni superficiali delle squamette che hanno sulle ali” che riflettono i raggi del sole e ci rimandano l’azzurro più luminoso.[1]

A Serenus rimane impresso la figura dell’Hetaera Esmeralda, di una bellezza rara, come un petalo rapito dal vento. Per non parlare delle conchiglie, altro argomento preferito, gli piace studiare i disegni sui gusci. Fa strani esperimenti, coltiva piante che riproduce chimicamente e conserva in teche di vetro, è un osservatore della natura.

La moglie, la signora Elsbeth, viene descritta come una donna gradevole, insolitamente mora, con la carnagione scura, proporzionata, mani abbronzate di chi lavora, con una voce musicale. Infatti suona la chitarra di tanto in tanto. A differenza del fratello Georg, Adrian eredita dalla madre l’orecchio musicale, ipnotizzato dal suono delle campane. Completa il quadro idilliaco una sorellina, e il cane Suso, un bracchetto spelacchiato.

Con il passare degli anni, Serenus, confessa che Adrian stravolge il resoconto della sua infanzia trasferendo nei suoi ricordi la sua casa natale altrove, a Schweigenstill, e il cane diventa per un periodo Kasperl, scelta che Serenus non ha mai approvato, né capito.

Al quinto capitolo Serenus si rende conto che forse si sta perdendo un po’ troppo nei dettagli, convinto di dover riferire con una precisione quasi maniacale tutto quello che conosce dell’amico, preoccupato per le sorti e il destino della Germania. E così mentre il fratello Georg si occupa allegramente della campagna, come i genitori, Adrian comincia a studiare da solo il piano. Ha un precettore privato che gli insegna qualche rudimento di matematica e latino, e nel 1895 lascia la casa paterna per andare al Ginnasio, ospite dello zio Nikolaus, vedovo, liutaio di professione. L’assistente dello zio è un italiano, Luca Cimabue, stesso cognome del pittore di Madonne, capitato da qualche zona remota del sud dell’Italia in questa cittadina tedesca a lavorare nella bottega di strumenti musicali. Adrian non fa nessuna fatica a scuola, si distingue in ogni materia, e quando si annoia fa esercizi di matematica, come ultimo passatempo si dedica alla musica. Lo zio, sbalordito dalla bravura del ragazzo e dal talento innato, decide di fargli prendere lezioni di pianoforte, e per Adrian incomincia una nuova avventura, due lezioni a settimana da Wendell Kretzschmar, un giovane tedesco di origine americana.

[1] Doctor Faustus, Thomas Mann, Oscar Mondadori, 1988, traduzione Ervino Pocar, p. 34.

§

 

TO BE CONTINUED…

 

 

6 pensieri su “Doctor Faustus: I parte

    1. bieeeeeen, buona lettura 🙂 – il tema è un classico, vendere la propria anima al diavolo, tradire tutto e tutti pur di ottenere il proprio scopo – un sogno che si trasforma lentamente in un incubo…la prosa procede faticosa ma inesorabile…

      1. mi fa piacere, grazie 🙂 le sfide sono indispensabili, a me servono per migliorarmi, imparare cose nuove, sono degli stimoli…

      2. Anche per me..con la differenza della “bassa quota”. Ma tant’è…
        aspetto il proseguo. Ormai la storia mi ha catturato 🙂

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