Ovviamente ha un prezzo. Non dare spiegazioni a chi non conosce nulla della tua vita e si basa su post nel blog o su Facebook, il potenziale virtuale di quello che siamo o non siamo. Non si può piacere a tutti. Ho visto casi strani, persone che si sforzano, e anche tanto, per essere visibilmente onnipresenti e poi quando chiedi qualcosa in privato, la risposta non arriva mai. Non hanno tempo, non ti rispondono ma ti distraggono subito con un’altra domanda: mi scrivi un pezzo sulla Biennale di Venezia che così lo pubblico nel mio blog?
Grazie non pervenuto, è sottinteso.
Essere nata negli anni pre-computer aiuta, ti riporta a valutare in modo diverso il tuo rapporto con il tempo in ogni senso. La tecnologia ci ha permesso di essere connessi ovunque, con chiunque, comunque, trasformandoci nostro malgrado in controllori compulsivi.
L’affacciarsi del nuovo millennio è stato un tripudio di novità, troppa carne al fuoco: computer che erano grandi come dei televisori, telefonini come telecomandi, umiliati da design meno ingombranti, i primi lavori pacchi, anni di studio buttati al vento mentre tentavi di convincere una creatura di un altro pianeta che doveva assumerti per un posto in cui dovevi iniziare tutto daccapo parlando un’altra lingua.
La decade successiva all’improvviso tutto è diventato obsoleto. “Keep looking, don’t settle” (continua a cercare, non ti adagiare) consigliava Steve Jobs dal suo i-phone mela, e tu avevi una crosta che rispondeva ai comandi on e off, un computer da buttare, la stampante con i minuti contati e il fax con un toner introvabile, che non era ancora vintage, semplicemente un’altra zavorra da eliminare.
Ora siamo nell’era egizia tech, scribi con tavolette touch-screen che inquineranno altre discariche, spioni amatoriali o professionisti, uniti a distanza. C’è chi invece di contattarti personalmente preferisce postare un video e taggarti insieme ad altre cento persone, giusto per confondere le acque, i sottogruppi nei gruppi; se il tag è ripetitivo potrebbe essere interessato/a a te, sì proprio a te, e non è detto che non ti abbia già invitato con un altro nome, solo per starti vicino vicino senza che tu te ne accorga.
Per un periodo ho avuto un pasticcere, mai visto né conosciuto, che aveva cominciato a taggarmi in foto di torte fatte da lui, un gesto di simpatia, non ricambiata. Ho scoperto l’opzione anti-tag e non sono stata più torta.
Il telefonino fischia per avvertirmi di un nuovo messaggio, è tutto sotto controllo. Potrebbe essere un avatar da Nuova York, come ricordava Ruggero Orlando 😉
Vero 😉
Effettivamente per noi non-nativi digitali, il mondo è cambaito in due decenni troppo repentinamente lasciandoci però un substrato di esperienze fisiche e tangilbili che il web non consente. Il tag era sostituito da una telefonata o da un passaparola tra amici per eventi ed appuntamenti veri a cui non dover mancare. Le collaborazioni (anche gratuite! quelle ci sono sempre state) si pianificavanoa tavolino e tutti quelli che parlavano di noi li conoscevano anche di viso.
Poi la velocità, tutto sembra dover essere estremamente rapido altrimenti sei fuori dal giro… Ma sinceramente Carla, io non mi piango addosso ne mi sento estraneo al mondo che corre… continuo a restare nei miei “limiti lenti e obsoleti”, al massimo proprio come te… mi staggo (parola cagofonica ed inquietante… perlopiù incompresibile alle generazioni a noi precedenti) mi sclicco e continuo a restare tra i miei 4/5 amici veri con i quali, pensa te… a volte ci sentiamo perfino al telefono… quello di casa!!! roba da Flinstones 🙂
Belli i Flintstones con il dinosauro Dino..sono giorni di confusione questi, non mi lamento della tecnologia che uso pure, mi piacciono meno certi gesti un po’ meschini propri dell’anonimato virtuale, come donna non potrei vivere in un’altra epoca..però se devo fare un bilancio sulla vita virtuale non è troppo positivo
con i suoi pro e contro (che sono selezionabili a monte sempre dagli utenit)… noi col senno di poi potremo dire che forse era meglio prima… ma non ci sbilanciamo altrimenti ci prendono con la clava.
A presto!