Leggendo un articolo che analizzava gli studi scientifici sull’arcobaleno (1), ho scoperto che all’inizio del XIV secolo, la spiegazione del fenomeno ottico, che rimane sempre affascinante, venne data simultaneamente da due scienziati che non avevano nessuno contatto tra loro, in Oriente, Kamal al-Din al-Farisi e in Occidente, Teodorico di Friburgo. Fin dall’antichità ci sono state tramandate numerose storie e leggende legate all’arcobaleno. Nelle saghe sassoni era considerato il ponte per gli dei per fare un giro intorno al mondo, così come in Giappone. Per i Babilonesi era la collana della dea dell’amore Ishtar, nella Cina antica veniva interpretato come un oracolo per predire il futuro, per i Greci Iris era la messaggera degli dei, divideva il ruolo di psicopompo con Hermes.
Aristotele fu il primo a tentare di formulare una teoria plausibile, le sue considerazioni influenzarono molti pensatori del mondo islamico per diversi secoli, pur non avendo compreso la rifrazione multipla.
In letteratura invece l’elemento naturale continua a conservare l’incanto del mito. Tra i romantici spiccano i nove versi di William Wordsworth. Nelle antologie letterarie si insiste quasi sempre sulla poetica della ‘fanciullezza’, un termine che trovo insopportabile, perché confina l’infanzia a una leziosità forzata.
Qui è l’emozione che si rinnova, la capacità di sentirsi parte di un’epifania della natura che ogni volta ci coglie di sorpresa.
My heart leaps up when I behold
A rainbow in the sky:
So was it when my life began;
So is it now I am a man;
So be it when I shall grow old,
Or let me die!
The Child is father of the Man;
And I could wish my days to be
Bound each to each by natural piety.
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Il cuore sussulta quando contemplo
Un arcobaleno nel cielo:
Così fu quando la mia vita cominciò,
Così è ora che sono un uomo,
Così sarà quando invecchierò,
O lasciami morire!
Il Bambino è il padre dell’Uomo,
E vorrei che i miei giorni fossero
Legati l’uno all’altro da una pietà innata.
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(1) Humanity & Social Sciences Journal 2 (1): 75-85, 2007: Dr. Hüseyin Gazi Topdemir, Department of History of Science, Faculty of Letters, Ankara, Turkey.
L’illustrazione è un quadro di Caspar David Friederich, Paesaggio Montano con Arcobaleno, (1809-10).
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