Questo lunedì un omaggio a Walt Whitman (1819-1892). L’autore pubblicò a proprie spese la sua prima raccolta di poesie Leaves of Grass (Foglie d’erba) il 4 Luglio del 1855, il giorno dell’Indipendenza americana, senza nemmeno mettere il suo nome sul frontespizio. Whitman dedicò tutta la vita alla revisione dell’opera stampando altre otto edizioni, ognuna con varie modifiche che arricchivano le dodici poesie iniziali dell’esordio, infittendole sempre più di nuove elaborazioni su importanti avvenimenti storici (l’uccisione di Abramo Lincoln, la guerra civile) fino ad arrivare a ben quattrocento componimenti. L’edizione completa di tutti i suoi scritti venne pubblicata postuma nel 1902. “Se scrivete cose non conformiste che intendono mettere in dubbio il pensiero della gente, potreste aver bisogno di pubblicarle voi stessi”, dichiarò in un’intervista a The Signal nel 1888, suggerendo agli aspiranti scrittori di “diventare stampatori esperti”, una professione utile che avrebbe potuto aiutarli a promuovere la loro carriera. In fondo Whitman riassumeva la sua stessa esperienza, nato a West Hills, Long Island, da una famiglia di umili origini, di fede quacchera, secondo di nove fratelli, dopo una breve educazione scolastica, aveva iniziato a lavorare fin da giovane. Tipografo, giornalista, autore e redattore, svolse i mestieri più disparati (falegname, insegnante, cancelliere giudiziario); una breve esperienza lavorativa a New Orleans nel 1848 fu decisiva per sviluppare una nuova poetica. Whitman risalì il Mississippi, visitò i Grandi Laghi, esplorò fisicamente la vastità del territorio americano, un territorio che nei suoi versi diventò specchio di una coscienza universale. Alcuni anni fa traducendo un racconto sulla speleologia subacquea, ho scoperto che in Canada, nel lago Mazinaw esiste uno scoglio dedicato a lui. In realtà Whitman non aveva mai fatto un viaggio in quella provincia remota, l’idea era venuta a una sua ammiratrice e sostenitrice, la suffragetta canadese Flora MacDonald Dennison, che all’inizio del ‘900 aveva movimentato la località turistica fondando la Bon Echo Inn, un importante centro culturale per intellettuali, artisti, drammaturghi, e seguaci delle idee del poeta, considerato il bardo della democrazia. Il nome Mazinaw ha origine antichissime, nella lingua degli indiani Algonchini del nord America significa dipinto, sulle rocce infatti sono stati trovati parecchi pittogrammi indiani. Il 25 Agosto del 1919 per commemorare il centenario della nascita del poeta la Dennison fece incidere sulla roccia un’iscrizione in sua memoria, e da allora Mazinaw Rock venne rinominata “Old Walt”. Si narra che sempre in quell’occasione Horace Traubel, critico letterario che aveva scritto una biografia dettagliata di Whitman in nove volumi, e che nonostante le gravi condizioni di salute aveva deciso di andare lo stesso alla inaugurazione, raccontò di aver visto sullo scoglio proprio il fantasma del poeta che gli aveva mormorato qualcosa all’orecchio, fu in grado di captare solo due parole: “Come on”. E pochi giorni dopo morì, come se quella visione fosse stata una premonizione della sua fine. Ora Bon Echo Inn non esiste più, si organizzano ancora annualmente mostre di pittura, è diventata una meta rinomata per gite turistiche in barca. La natura di Whitman invece continua ad accoglierci, un luogo dell’anima dove tutti ritorniamo a essere uno.
Dall’ondeggiante oceano, la folla
Dall’ondeggiante oceano, la folla, venne piano verso me una goccia,
mormorando io ti amo, tra non molto morirò,
ho fatto un lungo viaggio solo per guardati, toccarti,
perché non potevo morire finché non ti avessi guardato,
perché temevo di poterti perdere dopo.
Ora ci siamo incontrati, ci siamo guardati, siamo salvi,
Ritorna in pace all’oceano amore mio,
Anch’io sono parte di quell’oceano, amore, non siamo tanto separati,
Osserva il grande globo, la coesione di tutto, quanto è perfetta!
Ma per me, per te, il mare irresistibile deve separarci,
E se per un’ora ci porta lontano, non potrà tenerci lontano per sempre;
Non essere impaziente – un piccolo intervallo – sappi che io saluto l’aria, l’oceano e la terra,
Ogni giorno al tramonto per amor tuo, amore.
§
Out of the rolling ocean, the crowd
Out of the rolling ocean the crowd came a drop gently to me,
Whispering I love you, before long I die,
I have travel’d a long way merely to look on you to touch you,
For I could not die till I once look’d on you,
For I fear’d I might afterward lose you.
Now we have met, we have look’d, we are safe,
Return in peace to the ocean my love,
I too am part of that ocean, my love, we are not so much separated,
Behold the great rondure, the cohesion of all, how perfect!
But as for me, for you, the irresistible sea is to separate us,
As for an hour carrying us diverse, yet cannot carry us diverse forever;
Be not impatient – a little space – know you I salute the air, the ocean and the land,
Every day at sundown for your dear sake, my love.
Anche qui, se si condivide la poesia, si prega di mettere il nome della traduttrice, invece di copiare e incollare, grazie.