Pace non cerco, guerra non sopporto
Tranquillo e solo vo pel mondo in sogno
Pieno di canti soffocati. Agogno
la nebbia e il silenzio in un gran porto. [1]
Dove glove sono le rime classiche abbinate a love in inglese. Concetti semplici intorno ai quali ruotano altrettanti mondi, colombe riappacificatrici, indumenti o guanti di sfida.
E qui si impone con prepotenza la pubblicità dell’amaro Petrus, l’amarissimo che fa benissimo, la cui origine veniva fatta risalire a un esploratore olandese nel lontano 1777, mai verificata.
La sfida sta già nel tenere in mano quell’esile bicchierino di vetro. Il trionfo dell’ossimoro.
In italiano lo sfogo si dirama in diverse applicazioni, non è il caso di mettere limiti a un mondo che non si finisce mai di esplorare, altro che amore-cuore-dolore, 2097 combinazioni secondo una veloce ricerca. Alcune lievemente prosaiche per un canto d’amore, abbattitore, accenditore, accovonatore (per un neo-pascoliano), e siamo solo alla A ma le possibilità sono quasi illimitate. La rima amplifica il senso, distrugge, costruisce, rifonda, racchiude o esclude altrettanti versi. Cercando il nuovo, vale sempre il consiglio di Poliziano:
Se tu sapessi quanto è gran dolcezza
un suo fedele amante contentare,
gustare e modi suoi, la gentilezza,
udirlo dolcemente sospirare,
tu porresti da canto ogni durezza,
e diresti: “Una volta ì vò provare”.
Quando una volta l’avessi provato,
tu ti dorresti aver tanto indugiato. [2]
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[1] Dino Campana, “Poesia facile”.
[2] Angelo Ambrogini, Rime, “Se tu sapessi quanto è gran dolcezza”.