Gulliver si congeda da Lagado per salpare verso Maldonada, un altrove vicino al Giappone. Se proprio uno volesse trovare un parallelo in dimensioni con qualche città settecentesca, il non-luogo è grande come Portsmouth. Dato che le navi per Luggnagg non saranno pronte se non dopo un mese, gli abitanti lo invitano a visitare Glubbdubdrib, l’isola dei Maghi, piena di frutta, e simile per dimensioni all’isola di Wight – sai cos’è l’isola di Wight è per noi l’isola di chi ha negli occhi blu della gioventù di chi canta hippi hippi pi cantavano i Dik Dik. I nativi si sposano solo tra loro, il governatore dell’isola abita in un enorme palazzo circondato da alte mura. Gulliver viene accolto dal capo tribù, parla la lingua di Balnibarbi e lo capiscono. Gli viene chiesto di raccontare i suoi viaggi, mentre il pranzo viene servito con nonchalance da fantasmi. Al quarto giorno ormai si è già abituato alla presenza degli spiriti, al punto che il Governatore gli fa il favore di fargli vedere su sua richiesta personaggi illustri del passato. Gulliver chiede di incontrare Alessandro il Grande dopo la battaglia di Arbela – sconfitta di Dario per la conquista della Mesopotamia e di Babilonia. A fatica capisce quello che il re dice in greco, ma viene informato sui dettagli della sua morte, non per avvelenamento ma per febbre che si è aggravata dopo giorni di sbornia. Subito dopo appare Annibale che gli conferma che nella traversata delle Alpi secondo la ricostruzione dagli Annali di Livio la storia dell’aceto utilizzato per sciogliere la roccia è inventata di sana pianta. A seguire Cesare e Pompeo, e per un attimo pure Bruto che gli sembra una bella persona. Tra la folla di figure riconosce Omero e Aristotele. Omero è più alto, Aristotele si appoggia a un bastone. Nessuno sa chi siano, Gulliver presenta a Omero i suoi commentatori Didimo e Eustachio. Aristotele invece mostra insofferenza quando gli parla del Dottor Subtilis Scoto e del filosofo francese Ramus. Gulliver allora chiede al governatore di convocare Cartesio e Gassendi, entrambi ammettono di aver sbagliato parecchie cose, idee confuse sul concetto dei vortici. Passano altri cinque giorni a discutere di massimi sistemi. A Gulliver sarebbe piaciuto avere una cena preparata dai cuochi di Eliogabalo ma viene annullata per mancanza di ingredienti, gli viene servito invece una specie di brodo spartano che viene lasciato nel piatto al secondo cucchiaio. Nauseato dalla storia moderna e dagli scrittori pronti a tutto pur di arrivare al potere. Fra tutti non sopporta gli esperti di aneddoti, per la maggior parte falsi, atti di vigliaccheria e di male affare vengono trasformati in gesti eroici. Chi ha ottenuto titoli ha confessato di aver fatto prostituire mogli e figlie, di aver tradito il proprio paese o il proprio principe, di aver praticato l’incesto, di aver ucciso degli innocenti. Dopo aver conversato a lungo, è arrivato il momento di ripartire, Gulliver si imbarca per Luggnagg. Il viaggio come sempre ha i soliti imprevisti ma il 21 Aprile del 1709 si arriva a destinazione. Per precauzione, nonostante continui a usare la lingua di Balnibarbi, Gulliver dice di essere olandese, dato che è l’unica nazionalità straniera tollerata per raggiungere il Giappone. Per farla breve, racconta di essere stato vittima di un naufragio, di essere arrivato sulle coste di Balnibarbi e tratto in salvo dall’isola volante di Laputa. Dopo un giorno in mezzo viene ricevuto a corte e invitato a leccare il pavimento di fronte al Re come tradizione comanda da queste parti. Qui scopre che se si vuole uccidere qualcuno sul pavimento viene sparsa una polvere letale. A Gulliver viene risparmiata la vita.
Una volta leccato il pavimento reale, Gulliver secondo il protocollo deve pronunciare la fatidica frase: che la vostra Maestà celeste sopravviva al sole, undici lune e mezza. Seguono domande del re a cui deve rispondere meccanicamente con: la lingua sia la voce del mio amico. A quel punto entra l’interprete e Gulliver viene invitato a restare tre mesi. Presto viene introdotto alla casta degli immortali, solamente cinquanta in tutta la metropoli, ci sono bambini predestinati a non morire mai, ed il segno è un punto rosso sulla fronte sopra il sopracciglio sinistro, che con l’età cambia di colore, in età adulta diventa nero. Chi non è immortale, non vive più a lungo di ottanta anni e comunque una volta raggiunta quell’età si perde ogni privilegio. Chi invece è immortale viene evitato caldamente dal resto della popolazione che si tiene a distanza.
Gulliver è sempre più risoluto nel voler lasciare il paese per raggiungere il Giappone dove rimane per poco tempo fino a che non trova una nave pronta a ritornare ad Amsterdam, Amboyna – nome che ricorda il massacro di alcuni inglesi da parte degli olandesi nelle Indie Orientali. Interrogato nuovamente dai marinai sul suo passato, Gulliver parla solo di un naufragio, ma a qualcuno viene il sospetto che menta. Il 20 aprile del 1710 è di nuovo a casa, a Redriff, il viaggio continua…
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L’isola dei maghi è fantastica! Ritrovarsi con Omero, Archimede e Cartesio! Wow
Che spettacolo essere serviti dai fantasmi…uh uh…
(Anche da quelle parti l’editoria non era un granché 😂)
…e aspettiamo il prossimo approdo..
Ciao
Grazie 🌺
E Swift era una vecchia volpe 😉