Data astrale 21 Novembre 2017 | Madonna della Salute | Venezia
Nonostante le maree di visitatori, anche quest’anno immancabile appuntamento con la Chiesa della Salute, tutti insieme appassionatamente. File piuttosto lunghe, ma alla fine dopo molta pazienza, eccomi qua, festa religiosa e popolare, tuttora molto sentita. Cappotti impregnati di olio di frittelle degli ambulanti ammassati sulla fondamenta, bambini che non si arrendono a trascinare palloncini a forma di dragoni, messe trasmesse a ciclo continuo su grandi teleschermi, ci siamo scambiati il segno di pace e siamo usciti cercando un pertugio tra le calli strettissime, percorse a doppio senso di marcia a passo troppo lento per i miei gusti.
Sono ritornata a visitare il museo di Peggy Guggenheim sul Canal Grande, oggi eccezionalmente aperto – il martedì è solitamente chiuso – gratis per tutti i residenti veneziani nel giorno della Festa della Salute. Due mostre: la permanente con una delle collezioni più belle di arte del XX secolo, e una new entry temporanea, Picasso con le sue bagnanti sulla spiaggia e i suoi bozzetti per poi immergersi in stanze rosso sangue cupo dedicate agli artisti del simbolismo mistico, tra cui spicca Jean Delville, i suoi Orfei e l’impressionante idolo della Perversione, per non farci mancare nulla.
Nelle sale della casa dell’ereditiera americana i muri bianchissimi ospitano quadri di Pollock, De Chirico, Magritte, Max Ernst, Lucio Fontana, Cy Twombly, Andy Warhol, sugli scaffali piccole sculture in vetro blu di Picasso nella stanza della figlia adottiva artista anche lei, Pegeen Guggenheim, come testiera del letto un fine arabesco d’argento di Alexander Calder
mentre le sue sculture mobili scendono dal soffitto regalandoci altre prospettive.
Boccioni e i suoi cavalli scalpitanti rimangono intrappolati in teche di plexi-glass.
La terrazza con la scultura di Marini, l’Angelo della Città, si apre generosamente alla vista sul Canal Grande e da qui si intravedono in lontananza le persone che passano sul ponte mobile che collega le due sponde in questi giorni di festa, che NON ripercorreremo più con lo stesso entusiasmo dell’andata.
In giardino campeggia la scritta rassicurante al neon di Maurizio Nannucci del 2003, un futuro nel passato che ritorna a essere futuro ora, subito, già.