Enjambement

4 Novembre, San Carlo…auguri a tutti i Carlo e Carla in circolazione

L’enjambement, se tradotto come “accavallamento” ricorda un politico che è meglio non ricordare, ma è una figura retorica ricorrente in poesia, e non solo, l’a capo necessario alla fine di un verso che sconfina nel verso successivo.

In tema una strofa tratta da Novembre di Giovanni Pascoli:

…Silenzio, intorno: solo, alle ventate,

odi lontano, da giardini ed orti,

di foglie un cader fragile. È l’estate

fredda, dei morti.

Inutile dire che “del prunalbo l’odorino amaro senti nel cuore” rende l’idea di una felicità momentaneamente allontanata. Novembre si presenta così: timidi raggi di sole che ti mettono di buon umore – ogni anno ci illudono con la storia dell’estate di San Martino – alternati a nebbie grigiastre dove la malinconia del paesaggio prende il sopravvento e a tratti ti contagia.

Riferito agli impegni quotidiani l’enjambement di solito comporta un cambio repentino di scenario non voluto, una raccomandata non richiesta che arriva di lunedì, il più delle volte un salto nel buio che ti obbliga ad andare a capo con una soluzione nuova, anche se non hai ancora la minima idea di come affronterai la nuova realtà. Eppure il segreto è tutto in quella frattura necessaria tra un verso e l’altro, uno sconfinamento sempre meditato a lungo, in apparenza spontaneo ma che di fatto racchiude ed esclude molto altro, pensieri, circoli viziosi, paure, desideri, resistenze. E allora già prima di incominciare a mettermi a compilare noiose relazioni, alimento il senso del dovere con mondi sonori necessari.

7 pensieri su “Enjambement

  1. Buongiorno Carla, mi associo agli auguri…anche se non ne conosco il motivo…
    …. penso siano sempre ben accolti così come presentati …

    buona settimana
    ciao
    .marta

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