I tempi del ristagno

Mala tempora currunt. Nemmeno barbarici, confusi e basta: “quanto più l’impero declina, tanto più aumentano le tasse, tanto più si dilata la burocrazia. Le conseguenze sono il ristagno, la ruralizzazione e la crisi culturale.[1]

Nei libri di storia viene così descritta la decadenza dell’impero euroasiatico del V secolo… il periodo delle invasioni di orde di barbari, tra cui il condottiero violento, Attila, re degli Unni, flagello di Dio. L’imperatore Ezio riesce a sconfiggere i Burgundi impiegando truppe mercenarie unne. Attila viene a sua volta sconfitto nel 451-2 d.C. da un esercito romano di Visigoti, guidati da Ezio. Strane alleanze che cambiano a seconda dei nemici. A parte il film pacchiano che il cinema italiano ha prodotto con Abatantuono coperto di brandelli di pellicce nel lontano 1982, un autentico flop con Rita Rusic immortalata nel ruolo di sexy selvaggia, Attila ha persino ispirato un poemetto in ottave dal titolo omonimo, l’autore è un poeta padovano del XV secolo, Rocco degli Ariminesi, non citato in nessuna antologia, Bram Stoker nel suo celebre romanzo si limita a descriverlo come antenato di Dracula l’impalatore. Morto in circostanze misteriose, pare soffocato nel sonno dal suo stesso sangue, viene sepolto in tre sarcofaghi d’oro, con l’ordine di uccidere tutti quelli che si erano occupati della sua sepoltura, fine della sua storia e del suo impero. Secondo lo storico Le Goff, la civiltà romana è riuscita a sopravvivere durante tutto il Medioevo e oltre attraverso i barbari. Non sappiamo ancora cosa ci riserverà questa “nuova” fase.

Il ristagno non dura in eterno. Tuttavia non cessa da sé, bensì occorre l’uomo giusto che sappia porvi fine. Questa è la differenza tra il ristagno e la pace. La pace ha bisogno di durevole sforzo per essere conservata. Abbandonata a se stessa si trasformerebbe in ristagno e declino. Il tempo del declino non si trasforma da sé in pace e fioritura, ma occorre uno sforzo per porvi fine. In ciò sta la posizione creativa dell’uomo affinché nel mondo regni l’ordine. [2]
 
Il momento del cambiamento è l’unica poesia. [3]
 
 

[1] Tempo Storico, L’età medievale, M. Legnani, R. Parenti, A. Vegezzi, p. 15, Zanichelli, 1983.

[2] Nove sopra dell’esagramma n. 12 Il Ristagno, P’i, I Ching, pp. 101-102, Edizione Adelphi, 2004, traduzione a cura di Bruno Veneziani e A. G. Ferrara.

[3] Adrienne Rich.

 

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