Gli anni di pellegrinaggio di Wilhelm Meister (IV parte)

È già passato un anno da quando ha lasciato il figlio alla Provincia Pedagogica. Felix non sembra felice del nuovo ruolo che gli hanno affidato: la cura dei puledri. Ha nel frattempo imparato una nuova lingua, l’italiano. Gli istruttori spiegano che lasciano ai ragazzi scegliere le lingue in base alle loro inclinazioni, nessun insegnamento ma conversazioni libere tra loro con una lingua al mese scelta a rotazione, tra le altre arti, la musica viene al primo posto, seguita dall’arte poetica, viene incoraggiata l’improvvisazione in versi, e la pittura. E i pittori vivono in abitazioni bellissime, proprio perché bisogna coltivare sempre e comunque il bello. Vietata invece l’arte drammatica, corrompe le anime e pregiudica anche lo svolgimento delle altre arti, è considerata una manifestazione esagerata dei sentimenti, di alcun valore.

Prima di congedarsi dalla Provincia Pedagogica, incontra nuovamente il suo amico Montan. Durante la notte Wilhelm sogna di intravvedere Natalie tra le rocce, ma non riesce a raggiungerla, rischia quasi di sprofondare in un abisso. Il giorno seguente riprende il viaggio, e arriva in una locanda in un piccolo villaggio, l’oste non può accoglierlo e lo indirizza altrove, riceve inaspettatamente l’invito di un castellano ma deve rispettare tre condizioni: non fare domande, non rimanere per più di tre giorni e non chiedere di pagare. Wilhelm non può che essere soddisfatto, in compagnia di un gruppo di musicanti che intonano versi tutta la sera, banchetta amabilmente e la mattina riceve persino il servizio in camera di un barbiere, che però non parla, e non risponde a nessun tentativo di conversazione. Memore della richiesta del castellano, non chiede nulla a nessuno, ma è curioso di scoprire qualcosa di più sul barbiere ed è anche insospettito da uno strano rumore di un argano che ha sentito di notte e che non l’ha fatto dormire. Al mattino incontra il castellano e l’amico Lenardo, e gli viene rivelato che il barbiere ha fatto voto di silenzio, e riserva le sue parole solo all’arte del racconto. A Wilhelm viene narrata la storia della nuova Melusine.[1]

Il barbiere confessa che ogni volta che entra in una locanda, cerca subito di fare amicizia con l’ostessa e la cuoca in modo di essere sicuro di ottenere uno sconto. Un giorno incontra in una locanda una donna bellissima in viaggio, la invita a cenare con lui e la corteggia ma lei non cede alle sue avances e gli chiede di custodire per lei un baule, non deve mai aprirlo e ogni notte chiuderlo a chiave in una stanza, gli dà delle monete d’oro e sparisce. L’uomo accetta il compito e con i soldi ricevuti si dà alla bella vita, spende e spande, ha un sacco di donne, e ogni volta che si ritrova al verde, riceve inaspettatamente la visita della donna che gli dà altri soldi e scompare. Una sera beve più del solito, perde tutto al gioco, viene preso a botte, e portato in stanza in fin di vita. Miracolosamente al suo fianco compare la donna meravigliosa che lo cura e lo fa guarire immediatamente, finalmente passano insieme dei giorni di passione, lei però continua a sparire con la scusa di improvvisi viaggi misteriosi. L’uomo è sempre più confuso, si trascina il baule ovunque vada, lo chiude sempre in una stanza come richiesto durante la notte, e continua a spendere soldi non suoi. La donna è rimasta incinta. Una notte, preso da una curiosità morbosa per il contenuto di quel baule che deve custodire, spia dal buco della serratura e scopre una realtà sconvolgente, la donna meravigliosa che lui ama legge un libro su una poltrona al lume di candela, ma non è la stessa, è ridotta a dimensioni microscopiche, piccolissima, anche lei incinta. Agitato, si ritira nella sua stanza, tormentato dai sensi di colpa per aver disobbedito all’ordine. Il giorno dopo la donna va da lui e gli confessa che sa che lui l’ha spiata e che le deve promettere che non la rimprovererà mai per quella scoperta. Invece dopo quella rivelazione l’uomo la desidera sempre meno e diventa invece sempre più geloso del suo talento, gli dà quasi fastidio che altri uomini siano attratti da lei, durante le cene lei intrattiene gli ospiti suonando divinamente il liuto. A una festa, ubriaco, la insulta davanti a tutti, “vediamo cosa vuole la nana…”, lei finge di non ascoltare e cerca di coprire le battute infelici del compagno con la musica, ma il giorno dopo, la decisione è presa. L’uomo le chiede di intonare nuovamente la canzone che aveva suonato la sera prima ma la donna annuncia che è impossibile, che quella era la canzone del congedo, e che lei tornerà per sempre nel regno di suo padre, il Re Eckwald, re dei Nani, popolo antichissimo creato da Dio per custodire e venerare le cose straordinarie della terra. Secondo la loro storia, i Draghi, nemici dei Nani, furono creati per respingere i Nani nelle montagne, e proprio perché i Draghi stavano cominciando a mettere sempre più in pericolo le loro vite, vennero creati i Giganti che però divennero a loro volta sempre più ingordi e presuntuosi, allora vennero aggiunti i Cavalieri che avevano il compito di combattere Giganti e Draghi e vivere in armonia con i Nani. Nel tesoro dei Nani c’è anche un anello d’oro, lo stesso indossato dalla donna, che ha la capacità di far cambiare di dimensioni, da minute a giganti. La donna gli confessa inoltre che ha scelto proprio lui per rinnovare la stirpe del padre. L’uomo è davvero indeciso, non sa cosa fare, per paura di perdere il tenore di vita a cui è abituato, decide di seguirla nel Regno dei Nani, e grazie al prodigio dell’anello diventa piccolo come lei e si incamminano in un bosco di fili d’erba. Il viaggio nel mondo dei Nani gli fa capire da subito che quella vita non fa per lui, la sola idea di sposarsi lo spaventa, ogni notte medita la fuga. Comincia a limare di nascosto l’anello al dito finché non lo rompe e improvvisamente sente quasi di toccare il cielo. Stordito, si risveglia con una piccola chiave che apre un piccolo scrigno con un risarcimento, da cui attinge a piene mani finché si ritrova nuovamente senza denaro, nuovamente solo.

TO BE CONTINUED…prossimo lunedì ultima puntata


[1] Una rielaborazione del Roman de Mélusine di Giovanni d’Arras, scritto tra il 1387 e 1394, la storia di una fata che si trasforma ogni sette giorni in un serpente. Si veda cap. XV, pp. 168-190.

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