Già da un po’ di giorni specialmente su twitter è partita la campagna invece che regalare mimose regalate un libro. Non preoccupatevi con la crisi le mimose restano dove sono, in compenso aumentano i suggerimenti su quali libri comprare, e alcune liste sono scoraggianti.
Mi riferisco alla serie italica dei libri dedicati alle donne in quanto donne leggeri – che poi sono dei mattoni che puoi usare come ferma porte, la lit chick, quel non prendersi troppo sul serio a caratteri cubitali fucsia perché in fondo siamo auto-ironiche. E questa sarebbe l’auto-ironia? I cloni di Bridget Jones vent’anni dopo, solo che invece della casa editrice, è un’agenzia di moda, o un ristorante a Parigi, se siamo fortunate.
Quando facciamo carriera, lavoriamo nella sezione gossip di qualche rivista che si occupa anche di arredamento: come apparecchiare la tavola, come fare un centro tavola con dei bottoni, come fare una bambola con dei nastri che tutti abbiamo nel cassetto, in alternativa scriviamo confessioni intime e segrete, e allora diamo consigli su come conquistare un uomo, impresa facilissima. “Ma scherzi, quelli vendono.”
Venderanno pure, insieme ai libri di cucina, io da qualche parte ho le ricette degli elfi, mai provate perché gli ingredienti li devi chiedere agli elfi, sono introvabili. La lista dei libri inglesi nello scaffale destinati al macero, la pulp fiction, che noi dipendenti potevamo portare a casa sono in effetti di una serietà impressionante.
Ho una sezione della libreria riservata alle gemme recuperate dalla spazzatura, tutti saggi impegnativi, Mencius era in pessime condizioni, evidentemente qualcuno se lo leggeva tra una pausa pranzo e l’altra, poi gli sembrava troppo e lo rimetteva al solito posto. Non so quanto fosse un gesto di solidarietà condiviso o un messaggio in codice, “leggi pure, poi mi dici, tanto vedrai che domani lo ritrovi lì.”
Allora se proprio devo scegliere, tra i primi libri letti ai tempi dell’università che hanno squarciato nuovi orizzonti, non solo letterari, io metto Nadine Gordimer, scrittrice che credo non abbia bisogno di presentazioni, coraggiosa e sensuale. A world of Strangers, un mondo di stranieri dove gli stranieri sono gli amici che ancora non conosciamo, si apre con quattro versi di Lorca che racchiudono nell’omaggio a Whitman un desiderio che ci riguarda ancora:
Voglio che il vento forte della notte più fonda
Tolga lettere e fiori dall’arco dove dormi
E che un bambino nero annunci ai bianchi dell’oro
La venuta del regno della spiga.
Grazie Lois 😉 sì concordo così come è pensata, altro che festa
Io, da uomo, non dovrei dirlo..ma questa della donna è talmente triste e deprimente, sostenuta da eventi e progetti ‘ridicoli’ e privi di valore. A fronte del vergognoso trattamento a voi riservato per un anno intero. Ma forse è questo quello che ci meritiamo, in un tempo che ha ormai più nulla di buono.
Resta di fatto che hai una libreria invidiabile!!