Ringrazio la mia amica russa Alla per questa lettura inaspettata. Una mattina di un Agosto rovente mi ha lasciato tre libri da leggere, sapeva prima di me che mi sarebbero piaciuti.
Un testo sul teatro medievale, gli atti di un convegno sull’arte veneziana organizzato dall’Ateneo veneto e l’opera di Giovanni Bordiga – matematico italiano fondatore dello IUAV (Istituto Universitario di Architettura) di Venezia.
Dato che la matematica non è un’opinione e visto che oggi qui si festeggiano pacatamente otto anni di blog sfrenato (29/8/2010-29/8/2018), indovinate subito da chi sono partita? Bordiga ovviamente.
Esordio al Politecnico di Zurigo con un intervento sul teorema dell’Esagrammo di Pascal – anche la tastiera mi risponde con un punto interrogativo, sei sicura che è Esagrammo e non Esagerammo? Corregge automaticamente in esagerammo – ricerca sulle proprietà proiettive specifiche. Per cinque punti generici passa una sola conica (curva, iperbole, ellisse).
Chiaro?
Meglio andare avanti…
Un nuovo spazio “indipendente” dalle dimensioni lo fanno arrivare all’Università di Padova dove insegna Geometria Descrittiva e proiettiva. Ed esiste pure una “superficie di Bordiga”, ossia una varietà bidimensionale del sesto ordine immersa in uno spazio quadridimensionale.
Traduco dall’arabo = un nuovo metodo di rappresentazione.
Tra i suoi meriti, l’allestimento con l’amico Alessandri delle sale della Fondazione Querini Stampalia – una delle biblioteche più importanti di Venezia, con museo e spazi espositivi, voluta dal Conte Giovanni Querini che nel 1868 lascio’ in eredità alla citta’ l’intero patrimonio di famiglia: i beni mobili e immobili, le collezioni artistiche e quelle librarie, affinché diventassero di uso pubblico.
A Bordiga si deve la scelta di esporre nel portico i dipinti settecenteschi di Gabriele Bella. Assiduo frequentatore dell’Ateneo Veneto, tra i suoi interventi un saggio sulla poesia di Giacomo Leopardi, il filosofo degli spazi, e forse non poteva essere altrimenti.
L’intervento di Marina Niero testimonia come la vita nei caffè veneziani allora fosse attiva, e non il consueto elenco di scontrini troppo cari. Scopro ad esempio che Da Codroma, osteria vicino alla mia ex-casa di Dorsoduro, era un avamposto nazionalista nel cuore dell’area rossa della “repubblica di Santa Margherita”, mentre il cantinone di San Vio un locale per sovversivi.
Aveva ragione Nabokov,
Lo spazio è uno sciame dentro gli occhi; e il tempo
un canto nelle orecchie
Ciao Marta, grazie! Resistiamo nel tempo.. l’architettura mi perseguita ma ho scoperto cose interessanti..io leggo di tutto, anche le istruzioni dello shampoo in bagno 🙂
Certo che queste letture non sono proprio, come dire…alla mia portata ….
Buon compliblog! ….