Ieri mettendo a posto alcune foto di viaggio e di lavoro, spiccava la statua di Savonarola a Ferrara, le mani al cielo e l’iscrizione che era tutto un programma:
In tempi corrotti e servili dei vizi e dei tiranni flagellatore
A onor di cronaca la statua di Stefano Galletti è del 1875, le invettive invece lo portano al rogo il 23 maggio del 1497, prima scomunicato da Papa Alessandro Vi, poi impiccato e arso.
Nato a Ferrara nel 1452, entra nell’ordine domenicano nel 1475 – ordine che lotta contro l’eresia, “i cani del Signore” – , si trasferisce a Firenze dove viene scelto come lettore delle Sacre Scritture e inizia la sua seconda vita come predicatore, contro la politica delle Signorie, contro il reggimento e il governo di Firenze, contro la corruzione della Chiesa, contro la superbia, contro l’astrologia, contro. Stimato dall’umanista Guicciardini e dall’amico Pico della Mirandola, che ne ammirava lo spirito riformatore e che in punto di morte ebbe come dono il suo abito domenicano. Anche per lui predisse un periodo in Purgatorio…
Pare che i primi discorsi in pubblico nella cappella dei Medici non ottennero grande seguito a causa del suo accento emiliano, ma con il passare del tempo, a distanza di secoli, l’invettiva rimane un genere diffuso.
Ci si schiera più contro che a favore. E ho anch’io la mia lista, a partire dal mio lavoro che è la guida turistica.
Non immaginate la gioia, quando a sorpresa, mi hanno chiamato per fare un tour in questi tempi difficili di Covid dove tutto è un divieto.
Erano stranieri, non italiani. Ora tutti sono a viaggiatori a modo loro, ma di fatto ognuno di noi è un turista nel momento in cui va a fare visita in una città che non conosce, che lo voglia o no.
Come insegna lo scrittore Paul Theroux e grande esperto di viaggi, “Gran parte del viaggiare, e sicuramente del genere che ti appaga, implica dipendere dalla gentilezza di stranieri e metterti nelle mani di persone che non conosci a cui affidi la tua vita.”
Vincere la diffidenza iniziale è il primo scoglio da superare ma l’esperienza di una visita guidata dovrebbe aggiungere valore al vostro viaggio, perché scoprirete nuovi modi di raccontare la città e potreste conoscere persone interessanti, fare nuove amicizie con altri compagni di viaggio, arricchirvi di stimoli. Nei peggiori dei casi potreste incrociare anche qualcuno che troverebbe un difetto anche in mezzo al Paradiso terrestre, ma quello fa parte del gioco delle comuni interazioni umane.
C’è invece chi si improvvisa, e senza nessuna competenza, si mette a fare tour gratis, facendosi pagare a “mancia”. Per essere guida bisogna superare un esame piuttosto difficile e ci vuole una licenza che autorizzi a svolgere la propria professione.
Non si finisce mai di studiare, è un lavoro che implica una ricerca continua, che è anche l’aspetto più stimolante.
L’ormai dilagante fenomeno dei “free” tours fa passare un messaggio che non mi piace affatto: non occorre essere guida per fare la “guida”. In fondo basta una app, qualche foto, chi vuole paga con una libera offerta e chi non vuole, comunque si è fatto un giro gratis. E la professionalità, e gli anni di studi, e tutti i corsi di aggiornamento, e il nostro lavoro, vengono penalizzati al massimo da un abusivismo sfrenato che se ne frega delle regole, delle guide turistiche e di chi lavora con impegno.
Alla fine la predica ve l’ho fatta pure io, ma è lunedì, ed era inevitabile!
E se vi fa piacere, e passate per Venezia, fatevi sentire.
