L’angustia dell’antifona

“Hai capito l’antifona?”

Veramente ne farei a meno, a dire il vero, anzi ogni volta che qualcuno pronuncia questa frase fatta, confesso che un po’ mi innervosisce…invece se dice “è sempre la stessa antifona”, già cambia, “basta, mi hai annoiato”…Torna in soccorso, come al solito lo Zingarelli: nella musica greco-romana, canto eseguito da due voci in ottava in contrasto tra loro, nella liturgia cattolica, versetto recitativo o cantato, che precede o segue il salmo. Ho un vago ricordo, ma come dimenticare certe nenie in chiesa? Ci sono sempre delle signore insospettabili, invisibili che sbucano da una colonna e si mettono a cantare a squarciagola, fanno degli acuti da brivido, e ondeggiano anche la testa con un certo vezzo, compiaciute delle loro stecche.

In senso figurato è ormai diventata il classico discorso noioso, ripetitivo, da evitare. Curiosa, vado a vedere come lo spiega il Merriam Webster, che non delude mai: “alternanza di risposte tra due gruppi, specialmente di cantanti.” Nessun altro riferimento.

E quel 2 mi fa riflettere, mentre l’antifona di solito nelle conversazioni di tutti i giorni è un monologo di una persona pedante nell’essenza, amante del dettaglio irrilevante, a cui hai semplicemente chiesto: “come è andato il viaggio?” Dalle prime battute capisci subito che non sarà breve quando comincia ad auto-correggersi, “sono uscita di casa che erano le 6 e 35, no anzi erano le 6 e 30 perché ho l’orologio sempre avanti di cinque minuti proprio per non arrivare in ritardo, e allora ho preso l’autobus, il 52bis, quello che fa l’altro giro, quello che passa alle 6 e 52 alla fermata all’angolo di via Mocenigo con la nazionale, che era in ritardo, e infatti temevo di perdere il treno, poi finalmente è arrivato l’autobus, moooolto tardi, alle 7 e 03, pieno, tutti che mi spingevano, non mi sono mica seduta sai?…” A quel punto sei già stanca per tutto quello che dovrà ancora affrontare prima di arrivare a destinazione, e ti trasformi in castratore seriale di giri di parole, personaggio odioso ma indispensabile in questi casi, intervieni nel discorso e la anticipi, le completi le frasi e mentre lo fai ti stai pure antipatico, ma è una questione di sopravvivenza, cerchi di risparmiare tempo, e per rimanere nei luoghi comuni, “il tempo è prezioso.”

Ora devo andare. Mi stanno aspettando.

Godot

2 pensieri su “L’angustia dell’antifona

  1. Ora mi stanno aspettando…davvero? chi, dove, perchè….
    anche il come stai….è portentoso eh? è un viaggio anche questo sotto certi aspetti, e si potrebbe trovare simil retorica nella risposta….

    Buongiorno Carla 🙂

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