Non solo fiori

Fra pochi giorni sarà la Festa della Donna, che qui in Italia è diventata spesso un’occasione sprecata per celebrare male la donna e le sue lotte per ottenere uguali diritti e giustizia sociale. Certo ognuna è liberissima di fare quello che vuole, a me le cene in trattoria organizzate dalla Pro Loco mi hanno sempre fatto un po’ di malinconia, anche se apprezzo la compagnia delle donne, i fiori e la buona tavola. Il Women’s Day è celebrato internazionalmente da oltre un secolo per ricordare tutte quelle donne che hanno lottato per migliorare le loro condizioni di vita, spesso con risvolti tragici, ma che hanno contribuito enormemente alla nostra emancipazione.

Molti fanno risalire la ricorrenza al 25 Marzo del 1911, a un terribile incendio che uccise a New York centinaia di operai, prevalentemente emigrate italiane ed ebree, che lavoravano in una fabbrica di camicie e che non poterono salvarsi perché erano rimaste intrappolate nello stabilimento. Per evitare furti e pause troppo lunghe, i proprietari le avevano chiuse a chiave nell’edificio, come se fosse una procedura normale. Un episodio terrificante che non bisogna dimenticare. [1]

L’idea di abbinare un fiore alla giornata dell’8 Marzo è un’esclusiva italiana, promossa nel 1946 da Rita Montagnana e Teresa Mattei. La mimosa venne preferita alle anemoni e ai garofani, perché fioriva nei primi giorni di marzo e non era troppo cara. Il fiore giallo venne quindi votato all’unanimità dall’assemblea dell’Udi, l’Unione Donne Italiane, come simbolo di vitalità e gioia. Peccato che sia un fiore delicatissimo che dura poco, di solito ti regalano dei mini bouquet mummificati dentro delle confezioni di plastica, che una volta aperte, si sgretolano tra le mani, anche se l’immagine della donna fiore rimane una combinazione fortunata. Ricorda molte figure femminili letterarie, prima fra tutte la bellissima Amarillide, descritta da Virgilio nelle Bucoliche. Un nome che divenne comune nel genere agreste, usato per la prima volta da Teocrito negli Idilli con il significato di “brillante, splendida”. Secondo la simbologia dei fiori, l’amarillide belladonna, originaria del Sudafrica, dai petali carnosi rossi con screziature bianche, si regala per esprimere interesse, fascino, bellezza e ammirazione. Le connotazioni della mimosa sono ancora più affascinanti. È anche il nome della ventesima stella più luminosa del nostro cielo, Becrux, volgarmente nota come Mimosa, una gigante blu nella costellazione della Croce del Sud. Impossibile non vedere nel binomio fiore-stella un richiamo al nostro sole interiore.

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[1] e a chi sostiene che l’incendio non sia mai avvenuto, qui il link

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