
Abbassa di più l’orecchio, avvicinalo. Copri l’altro con una mano. Pensa alle conchiglie. Ecco. Adesso puoi sentirmi.
Margaret Atwood, La Bottiglia
“Il canto della sirena” è una poesia della scrittrice canadese Margaret Atwood (1939 – vivente), tratta da una collana stampata negli anni ’70, Selected Poems, 1964-1975, il mito viene reinterpretato in chiave ironica, la parola alla sirena quindi con beneficio del dubbio…
Il canto della sirena
Questo è il canto che tutti
Vorrebbero imparare: il canto
Che è irresistibile:
Il canto che forza gli uomini
A buttarsi in mare a schiere
Anche se vedono i teschi arenati
Il canto che nessuno conosce
Perché chi l’ha sentito
È morto, e gli altri non riescono a ricordare.
Volete che vi sveli il segreto
E se lo faccio, mi libererete
Da queste fattezze di uccello?
Non sto bene qui
Acquattata su quest’isola
A sembrare pittoresca e mitica
Con questi due folli piumati
Non mi piace cantare
Questo trio, fatale e prezioso.
Dirò il segreto solo a te,
A te, a te solo,
Vieni più vicino. Questo canto
È un grido di aiuto. Aiutami!
Solo tu, solo tu puoi,
Tu sei unico
Alla fine. Ahimé
È un canto noioso
Ma funziona tutte le volte.
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The siren song
This is the one song everyone
would like to learn: the song
that is irresistible:
the song that forces men
to leap overboard in squadrons
even though they see the beached skulls
the song nobody knows
because anyone who has heard it
is dead, and the others can’t remember.
Shall I tell you the secret
and if I do, will you get me
out of this bird suit?
I don’t enjoy it here
squatting on this island
looking picturesque and mythical
with these two feathery maniacs,
I don’t enjoy singing
this trio, fatal and valuable.
I will tell the secret to you,
to you, only to you.
Come closer. This song
is a cry for help: Help me!
Only you, only you can,
you are unique
at last. Alas
it is a boring song
but it works every time.
Selected Poems, 1974
Per chi volesse ascoltare altre sirene immaginate, la bellissima lettura dal capitolo dell’Ulisse di Joyce della poliglotta e meravigliosa interprete Cathy Berberian
Sempre struggente invece il percorso contrario, la canzone dedicata alla sirena di Tim Buckley
Mi piace qui.
Non solo la poesia che vale già tanto di suo, ma l’insieme, il contesto.
Scoperta casuale di questa mattina, il tuo blog.
Concordo perfettamente su Joyce e sui lampi geniali del suo scrivere.
Ciao. Carlo.
p.s.
Piacere di fare la tua conoscenza.
Pure io tengo un blogghettino
ma sulla piattaforma BLOGGER
(http://curiosidelmare.blogspot.it)
Grazie mio omonimo, mi chiamo Carla, verrò a trovarti sul tuo blog 🙂
P.S. ho provato a lasciare un messaggio sul tuo blog, ma eblogger non ne vuole sapere…buona guarigione, mi hai fatto venire voglia di una spremuta d’arancia.
🙂 son sicuro che la spremuta d’arance ti farebbe comunque bene
Ah una cosa…
Mi spieghi esattamente che problema ti ha dato nel lasciare un commento
Anche un’altra persona mi aveva segnalato qualche giorno fa di aver avuto problemi nel tentativo di scrivere un commento. Per caso non si apre la finestra dei commenti? O si blocca? O altro ancora?
Vorrei risolvere questa cosa al più presto, ma prima mi serve capire l’origine del disservizio.
Buona giornata intanto! Carlo
sì bevuta di gusto 🙂 ho fatto tre tentativi con wordpress e mi dice ogni volta che metto il mio indirizzo blog, indirizzo url non valido…poi ho provato con gmail e anche lì nulla…forse sono imbranata io ma non è la prima volta che mi capita con la piattaforma blogger…
….ci si casca sempre, eh….
Molto bella, significativa…evocativa, anche.
Buona settimana
.marta
eh sì…un mistero insondabile…su cui hanno scritto in molti, la Atwood interpreta la sirena come una figura solitaria intrappolata dal suo ruolo di ammaliatrice pericolosa…però Joyce secondo me è stato davvero geniale, ricreando un linguaggio inventato, incomprensibile in cui si possono riconoscere a tratti frammenti, echi di parole…buona settimana anche a te Marta, io continuo a seguire i tuoi percorsi 🙂