Iperboli

Ultimamente ho notato che uso i superlativi con una certa frequenza, ora di natura sono un’entusiasta, però rileggendomi i moltissimi erano davvero troppi, insieme ai grandissimi. Tutti grandissimi o quasi, da risultare stucchevoli come i cuoricini su facebook, che una volta erano di dimensioni discrete e avevano una loro grazia, adesso sono dei cuori giganti rossi che non ho mai disegnato nemmeno all’asilo. Esagerazioni, iperboli che suonano subito sopra le righe, come l’esempio sul dizionario, che cita giusto per rendere meglio l’idea una frase del Boiardo: “né avorio né alabastro può eguagliare il tuo splendore e lucido colore.”

Nella vita di tutti i giorni è raro che qualcuno ti dica “oggi sei radiosa come una giornata di sole”, e meno male, però le iperboli si sprecano, piovono iperboli da tutte le parti. “Ti trovo in forma smagliante”, “sei splendida”, “magnifica”, “strepitosa”, “no, guarda tu oggi mi hai sba-lor-di-to”, “sei semplicemente fantastica”, e poi c’è la versione al negativo, “sono in un mare di guai”, “ti ho chiamato un milione di volte”, che è già un rimprovero, o una minaccia “quando sono nervosa sono cattiva come il Male” – sentita sull’autobus –  è la regina delle figure retoriche, stra-usata per rimanere in tema.

In poesia rimangono immortali i versi di Catullo, “ille mi par esse deo videtur”, “quello mi sembra simile a un dio”, ma poi gli sembra poco e aggiunge anzi, “quello supera gli dei”, è più bello di un dio…il neoclassico Foscolo con le sue odi non è da meno, “fiorir sul caro viso, veggo la rosa”…D’Annunzio non bada a spese, “Polita come il ciòttolo del fiume/sei snella come l’ode che ti piacque.”[1] – un complimento raro – E poi finalmente arrivano le mani di Vittorio Sereni:

Queste tue mani a difesa di te:

mi fanno sera sul viso.

Quando lente le schiudi, là davanti

la città è quell’arco di fuoco.

Sul sonno futuro

saranno persiane rigate di sole

e avrò perso per sempre

quel sapore di terra e di vento

quando le riprenderai.

 

[1] “A Gorgo”, tratta dalla Raccolta di Poesie, Alcyone.

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