Doctor Faustus: III parte

Adrian si interessa sempre più alla numerologia, frequenta con malcelato entusiasmo il circolo Winfried, un’associazione cristiana di giovani studenti universitari. Con la scusa dell’emicrania diserta spesso gli incontri incentrati quasi sempre su temi filosofici, e quando presenzia, si distrae suonando al piano pezzi di Bach, Beethoven e Schumann, oppure improvvisa esecuzioni libere. Con i soci del circolo si organizzano gite in campagna in cui viene trascinato anche Serenus che prende parte alle attività solamente per amore dell’amico. Le discussioni più accese si hanno ogni volta che si tenta di chiarire il ruolo dei “giovani”, il loro rapporto con la natura. Adrian, a differenza dei suoi compagni, pensa che i giovani non siano in grado di avere un rapporto equilibrato con la natura proprio perché troppo immersi nei loro paesaggi interiori, ma dato che è considerato un asociale un po’ superbo, le sue opinioni vengono analizzate con una cura quasi maniacale, come un animale esotico, curioso ma diverso. Gli altri invece ritengono che l’immaturità giovanile serva proprio per animare un cambio necessario, uno spirito ribelle, e che faccia parte della natura tedesca. Adrian è contrario a una visione troppo nazionalista, e vorrebbe una maggiore unione tra Chiesa e religione.

I rapporti con il direttore d’orchestra Kretzschmar continuano a essere ottimi, il maestro viene invitato nella residenza in campagna dei Leverkühn, ma la madre, colpita dalla sua balbuzie, lo tratta con una certa diffidenza. Al secondo anno di teologia, Adrian è ufficialmente in crisi, vorrebbe passare a matematica, la musica sembra essere la sintesi ideale tra le due discipline, non sa ancora che strada intraprendere, anche se confessa di aver scelto teologia per mortificare il suo carattere distaccato, è consapevole che per inclinazione naturale non potrà mai diventare un solista, a tratti, apparentemente troppo algido, né essere un direttore di orchestra, la composizione rappresenta l’opzione più adatta per lui. È sicuro di non possedere “quella robusta ingenuità che fa parte della mentalità artistica”[1] ma sente che un cambio di direzione sia necessario. Kretzschmar è convinto che le sue forti emicranie siano dovute proprio a una sua resistenza alla teologia, e gli dà la spinta necessaria per dedicarsi interamente alla musica, per cui sostiene sia nato. Il senso di nausea, la noia, l’inadeguatezza sono tutti segnali che invitano a muoversi altrove, che instillano lo spirito di ricerca, che cresce e ha bisogno di nuovi orizzonti, come ogni esperienza ed evoluzione artistica. Nel 1905 Adrian si trasferisce a Lipsia, e Serenus, viene chiamato a svolgere il servizio militare, mentre l’amico, esentato per il fisico esile e per le persistenti emicranie, inizia un nuovo percorso. Segue i consigli dell’inseparabile maestro Kretzschmar e frequenta le lezioni di logica. Scrive all’amico Serenus e gli dà ordine di bruciare il loro epistolario, ma la richiesta non viene ascoltata. Attraverso i loro scambi di lettere siamo in grado di avere uno scorcio di vita su quel periodo. Serenus nota in lui un profondo cambiamento, ma forse nel suo essere così diverso rispetto al ricordo del passato ha incontrato il suo vero sé. Per la prima volta, nonostante si conoscano da bambini, gli racconta un episodio sulla sua vita privata: una sera chiede a un facchino di portarlo in una buona trattoria e si ritrova in un bordello, spaventato dall’impatto con un mondo sconosciuto, viene avvicinato da una prostituta bruna, appariscente come l’Hetaera Esmeralda – la farfalla verde rievocata nelle illustrazioni dei libri del padre (vedi I parte) – che appena lo vede, gli sfiora la guancia con un braccio, e lui, indeciso tra attrazione sessuale e pericolo, scappa.

La visione di quella donna, lo perseguiterà a lungo, al punto che, dopo aver assistito alla prima rappresentazione scenica della Salomè, decide di andarla a cercare, e la trova a Presburgo. Nella Lamentatio Doctor Fausti, scritta a Pfeiffering, inserisce nell’accordo melodico il nome cifrato di Esmeralda, nella sequenza si, mi, la, do, la bemolle.

La salute comincia a vacillare, scioccato dalla morte improvvisa del suo medico, si rivolge alle cure del Dottor Zimbalist, ma questi viene arrestato – si ignorano i motivi – e Adrian decide di non farsi curare più da nessuno. Serenus, nel frattempo ha finito il servizio militare, e dopo un anno di assenza, raggiunge l’amico a Lipsia, festeggiano il loro incontro andando ad ascoltare un concerto di Beethoven.

Qui conosce il traduttore e anglista Rüdiger Schildknapp (lett. “scudiero), che scopre aver avuto una grande influenza letteraria su Adrian, che si è messo a musicare poesie di Verlaine, di William Blake, e a scrivere riflessioni musicali ispirate dalla lettura di Dante. La sua ultima passione è Pene d’amore perdute di William Shakespeare, colpito dalla frase “mirth cannot move a soul in agony” – l’allegria non può commuovere un’anima agonizzante – che vorrebbe tradurre in note.

Serenus decide, ancora una volta, di arricchirsi degli stimoli dell’amico, frequentando insieme a lui, il circolo del Café Central, simile per certi versi alla compagnia Winfried degli anni a Halle. Studia con attenzione i comportamenti di Schildknapp, che si lamenta spesso della sua disastrosa situazione economica, costretto a tradurre invece che seguire la sua vocazione di poeta, sempre bisognoso di attenzioni e regali da mogli di facoltosi imprenditori e banchieri ebrei, che accontentano le sue richieste. Serenus nota che Rüdiger ha lo stesso colore di occhi di Adrian, grigio-verdi con venature di azzurro, lo stesso sguardo, puntualizza che l’amico si rivolge a lui con un più confidenziale tu, rispetto al “lei” riservato allo Scudiero, la gelosia a questo punto è evidente…

§

 

 

TO BE CONTINUED…

 

 

[1] Ibidem, Cap. XV, p. 167.

13 pensieri su “Doctor Faustus: III parte

  1. …eccomi alla terza parte. Fin qui letto con piacere certo non ho una base per capire appieno ma grazie per aver ben sintetizzato/schematizzato (penso non sia facile) un testo così denso.

    Interessante la riflessione sui giovani tedeschi in relazione alla natura (intesa come natura umana…immagino)…

    1. grazie a te, sì l’impresa è ardua, perché il testo è veramente denso, la traduzione antica non aiuta, e a volte mi sono sentita un po’ Alfieri, ma ne vale la pena…no parlano proprio di natura, nel senso di legame con la terra, con la madre terra, e di conseguenza con la tua natura autentica, trovare nel paesaggio ispirazione per mettere radici…

      1. Grazie Carla…mi ha confuso l’ultimo capoverso dove è scritto della visione di Adrian contrario al nazionalismo….
        In genere il legame con la terra avviene in età matura, anche oggi penso sia così.

        Buona giornata
        🙂

      2. Adrian infatti non condivide l’opinione degli altri, a lui che è naturalmente eccentrico viene concesso un punto di vista diverso, e hai ragione, è quello che sostiene lui, da giovani si è troppo presi da se stessi…ma qui c’è il tema della deriva nazista in nuce, del pericolo di certe visioni troppo nette…

  2. Ciao Carla….
    ehmmm… sono in arretrato con la lettura dei tuoi post….
    🙁
    Ci sono altre parti oltre questa terza?
    Mi piacerebbe leggere tutto insieme

    buona giornata
    .marta

    1. Ciao Marta…tutto insieme è impossibile se non quando avrò completato la lettura, divisa in parti perché altrimenti diventa una missione illeggibile e impossibile, le prime due parti sono in fondo all’articolo, se vuoi leggerle…

      1. Ah ecco…

        si, ho visto che ci sono altre due parti perciò pensavo di leggerle tutte insieme, ma colgo il tuo suggerimento ed inizio a leggere.
        E’ un libro che leggi ora?

      2. Come mai?
        Ti ha colpito in modo particolare? Nostalgia…?
        O semplicemente quella sensazione che sia sfuggito qualcosa di importante…
        A me a volte capita tutto questo.
        A volte mi sembra che rileggere un determinato libro mi riporta al tempo, come un tuffo nel passato. E sempre lo trovo diverso…

        Scusa considerazioni abbastanza spicciole.
        Tu sei una studiosa e sicuramente le tue motivazioni saranno diverse.

      3. sto facendo una ricerca sui classici, ho iniziato con Goethe, ora Mann, questo l’avevo letto ai tempi dell’università per un esame sulla reinterpretazione del mito nella letteratura, ed è un grande libro, faticoso, la traduzione è un po’ datata, ma sospetto che lo stile impegnativo scoraggi appositamente il lettore per i temi trattati, una critica alla Germania, camuffata da una ambientazione nel passato, ma c’è molto da imparare, e visto i tempi bui, credo che qualche stimolo in più serva sempre…

      4. Ah..ecco.
        Per me sarà una lettura difficile ma tutto sommato è questo che mi incuriosisce.

        Ho l’impressione che capirò ben poco, ma questo lo saprò dopo averlo letto.

        Buon proseguo di lettura e di giornata
        ciao
        .marta

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