Il racconto che più mi ha colpito della raccolta Scacco Matto del norvegese Jostein Gaarder – c’è anche qualche lezione tratta da Il mondo di Sofia – è Lord Hamilton, a sua volta un rimando a un altro libro Il Venditore di Storie..
Le storie sono 64 come le case di una scacchiera. La tenuta scozzese di Lord Hamilton ha una scacchiera nel parco vicino all’immancabile labirinto e al lago con le carpe. Lord Hamilton, in lutto per la morte della moglie, passa gran parte delle sue giornate a fissare le carpe nel lago e a giocare a scacchi da solo, spostando pesanti pedine contro se stesso. Una sera un cavallo nero viene distrutto da un violento temporale, Lord Hamilton lo manda a riparare e costringe il maggiordomo a fare la pedina per due ore di seguito. Grato di essere stato eliminato dalla mossa di un alfiere bianco, il maggiordomo sente che è arrivato il momento di fare qualcosa per distrarre Lord Hamilton da quel gioco che sta diventando una mania.
Decide di organizzargli una festa in maschera per animare la routine della vita in campagna a guardare Lord Hamilton giocare a scacchi. L’idea viene subito accolta, con una “novità”, una bella partita a scacchi con pedine viventi in giardino per la notte di San Giovanni. Sogno di una notte di mezza estate o incubo secondo i punti di vista.
Lord Hamilton, entusiasta, prepara subito la lista degli invitati. Il maggiordomo, memore delle due ore immobile sulla scacchiera al posto del cavallo nero, si preoccupa per i 31 invitati, i pezzi degli scacchi sono 32, ma Lord Hamilton ha tutto sotto controllo, giocherà anche lui. Nonostante il carattere scorbutico di Lord Hamilton, tutti accettano, danno forfait solo una coppia di contadini del villaggio.
Arriva il giorno fatidico, dopo un banchetto sostanzioso, il caffè viene servito in giardino e gli ospiti si distribuiscono sulla scacchiera secondo le indicazioni di Lord Hamilton. Lui si mette al posto del re bianco.
La partita ha inizio. La prima a uscire di scena è il pedone bianco d2 Mary Ann MacKenzie, una giovane ventenne, una delle più belle ragazze delle Highlands, sposata inspiegabilmente a Ian MacKenzie, molto più vecchio di lei, un dongiovanni di paese che la riempie di corna, ed è pure un tipo violento.
Mary Ann MacKenzie non sembra dispiaciuta dello scarto, si allontana felice verso il labirinto in giardino, seguita a ruota da Aileen MacBride, pedone nero in g7. Mary Ann accoglie la nuova eliminata con baci e abbracci, e sotto lo stupore degli ospiti fissi nelle loro postazioni, le due donne spariscono nel labirinto. Man mano che i pezzi vengono eliminati, la festa nel labirinto si allarga ai nuovi arrivati. Ian MacKenzie è costretto a sentire le grida divertite da lontano, fermo al suo posto, alle dipendenze di Lord Hamilton, continua a chiedere altro whisky al maggiordomo.
Quando la scacchiera si svuota del tutto e ai primi bagliori del giorno Lord Hamilton perde contro il duca di Argyll, il matrimonio tra Mary Ann MacKenzie e Ian MacKenzie è finito. Lord Hamilton, mentre si ripassa le mosse della sconfitta, chiede alla donna di rimanere al suo servizio come governante. Mary Ann accetta.
Il dopo partita ha un risvolto inaspettato, inspiegabili omicidi nell’arco di poco tempo, accomunati dallo stesso evento: la festa nel parco di Lord Hamilton. Chi è il colpevole?
Il marito geloso per quella notte sfrenata di Mary Ann – movente fin troppo scontato, l’ovvio che si scarta dall’inizio come in un giallo alla Christie -, il maggiordomo – un classico -, la coppia di contadini che non ha accettato l’invito – non si esclude nulla – o lo stesso Lord Hamilton – ossessivo al punto giusto ma con quale movente?
Il capo della polizia Ian McLachlan indaga, scagiona tutti gli invitati tranne uno…da leggere, insieme a tutti gli altri racconti.
Mmm, incuriosita 😉
mi fa piacere, l’intento era quello 🙂