Sospettavo che la dieta dei pirati fosse ricca di sorprese ma dopo aver letto il libro di Anna Spinelli(1), ho scoperto un sacco di aneddoti interessanti.
Significativamente il bucaniere era il cacciatore che si occupava di affumicare e salare la carne sulla griglia. Il termine boucan cominciò a diffondersi nelle Antille, a Hispaniola, la prima isola a essere colonizzata e abbandonata. Divenne un sinonimo di barbacoà, l’equivalente dell’inglese barbecue. I boucan erano dei graticci di legno su cui venivano essicate le carni. Nel XVII secolo il maroon era ancora associato alla figura del bucaniere, in seguito assunse una connotazione diversa che descriveva la punizione riservata al pirati traditori che venivano abbandonati in un’isola deserta con una borraccia d’acqua, delle gallette e un’arma da fuoco se ci fosse stata la necessità di togliersi la vita.
Il marauder invece faceva parte di quelle bande di bambini poveri che venivano abbandonati e vivevano di furti e che generalmente finivano per essere venduti come schiavi sulle navi. Il filibustiere indicava chi viveva di saccheggi, dall’inglese freebooter.
La maggior parte delle informazioni sulla vita dei pirati ci sono state tramandate dal pirata medico Alexandre Olivier Exquemelin (1645-1707) che nel 1678 pubblicò La vita dei bucanieri. Sir Henry Morgan (1635-1688) non gli perdonò mai di aver rivelato le sue origini, l’umiliazione subita quando fu venduto all’età di quattro anni e imbarcato come schiavo su una nave che partiva per le Americhe. Il celebre maroon scozzese Alexander Selkirk ispirò Daniel Defoe per la stesura di Robinson Crusoe (1719).
Nel 1671 il pirata Morgan e la sua ciurma impegnati in un assalto a Panama, nel tentativo di risalire il fiume Chagres per fare provviste, dopo una settimana di penuria, furono costretti a cibarsi di borse, scarpe, stivali e cinture bollite.
Black Bart (1682-1722) rimane uno dei pirati più famosi, la sua Jolly Roger lo ritraeva con la spada in mano e due crani sotto i piedi con le sigle ABH e AMH (A Barbadian’s head and A Martican’s head, due isole in cui aveva subito pesanti sconfitte). Bart venne ucciso in uno scontro a fuoco con una nave avversaria mentre stava facendo colazione. L’equipaggio non riuscì a salvarlo perché reduce da una sbornia di rum.
Ecco alcuni piatti tipici
Superalcolici
Rum
Daiquiri
Punch
Grog
2/3 di acqua, 1/3 di rum
Bumbo
Rum, melassa o sciroppo di zucchero, acqua e spezie
Generalmente si beveva a terra nei bordelli. Il nome derivava dalla parola bumboat che indicava una scialuppa dalle curve arrotondate ma era anche l’imbarcazione usata dalle prostitute. Secondo invece l’etimologia americana avrebbe preso il nome da un ammiraglio con lo stesso cognome.
Flip
Lett. colpo di frusta, a base di birra e alcolici. Dal XVII secolo veniva fatto con il rum che veniva scaldato con un ferro rovente.
Rumfustian (per imprese disperate, letale)
Un bicchiere di rum, polvere da sparo, acqua di mare q.b. , cannella e noce moscata.
Bevande
Acqua dolce stivata in barili (a lungo andare si riempivano di alghe putrescenti)
Tè
Caffè
Minestre
Zuppe di piselli e cereali, a scelta del cambusiere (sempre un rischio)
Carni
Un classico: maiale con le pere
(Di solito essiccate venivano cucinate con frutta secca o brodi vegetali)
Pesce
Oloturie (i cetrioli di mare) e okra
Tartarughe in salsa bianca (consigliate per prevenire lo scorbuto)
Baccalà
Specialità
Insalata profumata (verdure fresche condite con cannella, aglio, zenzero, mandorle precedentemente tostati in padella)
Cozze con strisce di cotenna di maiale
Formaggi
Gallette abbrustolite con formaggio fuso
Croste di parmigiano (in caso di approvvigionamenti fortunati)
Dolci
Panpepato
Biscotti secchi
Marmellate e confetture varie
——————————————————————————————–
Nel dubbio incomincerei con un Daiquiri…alla faccia dei pirati 😉
——————————————————————————————–
(1) La cucina dei pirati, Fernandel, 2009 Ravenna.
questo blog è proprio interessante, brava Brano al collo!