Il tempo delle fragole

A chi di dovere

Questo lunedì una poesia di Edwin Morgan (1920-2010), pubblicata nel 1968 nella raccolta The Second Life, stesso titolo di futuri mondi virtuali che verranno creati anni dopo. Una strana coincidenza, anche se Morgan è sempre stato un grande sperimentatore, uno dei primi a scrivere poesie dedicate alla fantascienza e spaziare tra mito, tradizione e avanguardia. Tra le mie preferite rimane sempre l’intraducibile canzone scritta per il mostro di Loch Ness. (1)

Fragole invece è un frammento di ricordo di due uomini che sono stati innamorati. Idealmente mi sarebbe piaciuto mantenere l’anonimato del genere, ma in italiano bisognava fare una scelta: il maschile e non il femminile, come ho letto in alcune traduzioni online.

Una porzione di frutta per alcuni forse eccessivamente zuccherata in cui però si riconoscono emozioni già vissute.

Strawberries

There were never strawberries

like the ones we had

that sultry afternoon

sitting on the step

of the open french window

facing each other

your knees held in mine

the blue plates in our laps

the strawberries glistening

in the hot sunlight

we dipped them in sugar

looking at each other

not hurrying the feast

for one to come

the empty plates

laid on the stone together

with the two forks crossed

and I bent towards you

sweet in that air

in my arms

abandoned like a child

from your eager mouth

the taste of strawberries

in my memory

lean back again

let me love you

let the sun beat

on our forgetfulness

one hour of all

the heat intense

and summer lightning

on the Kilpatrick hills

let the storm wash the plates

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Fragole

Mai ci furono fragole

Come quelle che mangiammo

Quel pomeriggio afoso

Seduti sul gradino

Del balcone aperto

Uno di fronte all’altro

Le tue ginocchia tra le mie

I piatti azzurri sul grembo

Le fragole che brillavano

Ai raggi caldi del sole

Le intingevamo nello zucchero

Guardandoci negli occhi

Rallentando il banchetto

Perché ce ne fosse un altro

I piatti vuoti

Posati insieme sulla pietra

Con le due forchette incrociate

E io che mi chinavo su di te

Dolce in quell’aria

Fra le mie braccia

Abbandonato come un bambino

Dalla tua bocca impaziente

Il sapore delle fragole

Nel mio ricordo

Si sporge ancora

Lasciami amarti

Lascia che il sole batta

Sulla nostra distrazione

Un’ora di tutto

Quel calore intenso

E i fulmini d’estate

Sulle colline di Kilpatrick

Lasciamo lavare i piatti al temporale

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