56 Lü, Il Viandante
La sentenza
ll viandante. Riuscita per piccolezza.
Al viandante perseveranza è salutare.
In questi giorni di assoluta incertezza, mi torna spesso in mente questo esagramma degli I Ching [1], un oracolo che racchiude un grande insegnamento: la ricerca di nuovo alimento pur affrontando un periodo di totale precarietà.
Al polo opposto, una poesia di un grande poeta inglese, Philip Larkin (1922-1985). Laureato a Oxford, ha pubblicato una serie di romanzi e racconti sotto lo pseudonimo di un alter ego femminile, Brunette Coleman, ambientati in college frequentati solo da ragazze, e vi lascio immaginare il resto. Bibliotecario per necessità, scrittore prolifico, critico musicale, ha curato per anni una rubrica di jazz sul Daily Telegraph.
“Home is so sad” è la perfetta rappresentazione di una domesticità trascurata, l’interno che smette di essere accogliente, se non ha più emozioni vitali che lo abitano.
La casa è così triste
La casa è così triste. Rimane come è stata lasciata,
Modellata secondo gli agi dell’ultimo che se n’è andato
Come per richiamarlo a sè. Invece, privata
Di qualcuno da compiacere, si inaridisce così tanto,
Che non ha più cuore da mettere accanto alla rapina.
E si rivolge a quello che era cominciato una volta,
Un colpo gioioso su come le cose dovevano essere,
Da tempo disattese. Si può vedere come era:
Guarda i quadri e le posate.
La musica sullo sgabello del piano. Quel vaso.
——————————————————————————————–
Home Is So Sad
Home is so sad. It stays as it was left,
Shaped in the comfort of the last to go
As if to win them back. Instead, bereft
Of anyone to please, it withers so,
Having no heart to put aside the theft.
And turn again to what it started as,
A joyous shot at how things ought to be,
Long fallen wide. You can see how it was:
Look at the pictures and the cutlery.
The music in the piano stool. That vase.
[1] I Ching, Il libro dei mutamenti, a cura di Richard Wilhelm, prefazione di C.G. Jung, Adelphi, Milano, 1995.
Un pensiero su “Attraversamenti”