Viaggio sentimentale di Laurence Sterne: II parte

Riprendo la lettura del Reverendo Sterne – l’esilio del traduttore Foscolo e del suo alias creativo Didimo Chierico a Londra, avvenne dopo la traduzione del Viaggio Sentimentale, non fu un soggiorno tranquillo ma ebbe modo di conoscere quella realtà che aveva letto nei libri dal vivo, con scottanti delusioni e passioni, la casa londinese è a Turnham Green, estremo ovest, quartiere residenziale punteggiato di alloggi pre-Psycho, prototipo del cottage inquietante, vicino a Chiswick, dove c’è anche la tomba…L’assistente La Fleur, felice di ricevere la lettera di Madame L suggerisce a Yorik di rispondere alla donna con un messaggio speciale, apre il suo taccuino e gli fa leggere qualche billets doux per ispirarsi, compilando una serie di frasi condite ad effetto di seduzione sicura, iniziare sempre con qualche scusa che porta poi a fissare l’obiettivo sull’unica ragione d’essere: la figura femminile. Yorik copia e incolla, consegna il messaggio all’inaffidabile scudiero e si rimettono in viaggio verso Parigi, luogo di perdizione.

L’impatto con la città palpitante di vita lo fa sentire subito a disagio, nel suo vestito austero, nero e impolverato, si ritrova circondato da persone indaffarate con abiti colorati. Prima mossa: visita da un barbiere. Appena lo vede, gli consiglia di rilavare il ricciolo con acqua di mare – i parrucchieri sono sempre stati bizzarri – e quindi la consegna della lettera a Madame de R è rimandata per impegni imprevisti. Lungo la strada verso l’albergo, chiede a una giovane sarta in una bottega le indicazioni per l’Opéra, è talmente gentile che si mettono a parlare, e Yorik, che nella sua parrocchia dà anche consulenze mediche, si offre di misurarle il polso, finché non entra in scena dal retrobottega un uomo, non è il marito, è il fattorino. Yorik che non vuole andarsene, decide di comprarsi due paia di guanti, una spesa del tutto inutile, mentre fissa gli occhi scuri della donna con “ciglia di seta”.

Sarà amore? Non si sa, Yorik esce soddisfatto dell’acquisto direzione opera, postazione palchetto. Vicino di poltrona un vecchio ufficiale francese che legge il libretto e gli ricorda da subito il suo amico dilettissimo Tobia Shandy. E come succede a teatro si mette a guardare la folla, si concentra su un uomo piccolissimo alle prese con uno spettatore allampanato che non gli fa vedere nulla, “in Inghilterra non sarebbe permesso.” Si mettono a sniffare tabacco, e l’ufficiale gli risponde a tono, “ciascun popolo ha le proprie raffinatezze e grossolanità.” Yorik apprezza, e infatti, inserisce una digressione con l’aneddoto del bagno di Madame de Rambouillet che gli chiede di tirare la tenda perché deve andare a pisser, in francese suona meglio.

Fine del I volume.

Il secondo tomo si apre con una nuova digressione, i racconti dei viaggi dell’ufficiale gli fanno venire voglia di ripassare la lezione di Polonio ad Amleto, e così tornando all’albergo decide di comprarsi un’edizione del dramma, in negozio entra una giovane donna che chiede il libro in due volumi di Crébillon fils, I turbamenti del cuore e dello spirito. Yorik è così gentiluomo da regalarglielo. Nella vita Sterne aveva realmente conosciuto Crébillon a Parigi nel 1762, i due scrittori avevano in mente un progetto comune in cui ognuno dei due avrebbe dovuto scrivere delle indecenze dell’altro, ma l’impresa non venne mai realizzata. Conversando con la ragazza scopre che è la domestica di Madame de R. a cui Yorik deve consegnare la lettera. I due fanno un tratto di strada insieme, e Yorik a questo punto è sicuro che il messaggio verrà recapitato con dovizia di particolari, vorrebbe baciarla, ma in Francia le usanze sono diverse e quindi si trattiene. Tornato in albergo viene informato da La Fleur che l’ufficiale della polizia aveva chiesto il suo passaporto, Yorik non si era preoccupato di portarlo con sé. Passa una notte tormentata con la paura di essere incarcerato alla Bastiglia, e il giorno dopo parte per Versailles. Yorik insiste sul fatto che nel suo stemma araldico compare lo stornello, emblema dell’indipendenza di chi è non né ambizioso né avaro, ed era immune dalle leggi della disciplina feudale d’Inghilterra, e dall’ira e dal favore delle sette politiche. Senza averne avuto l’autorizzazione alcuni membri della famiglia Sterne avevano scelto lo stornello come simbolo araldico, associando il nome Sterne all’antico inglese stearnstarn in dialetto – che significa stornello.

Vedere per credere, lo stornello regna sovrano:

2014-10-19 17.39.23

fine seconda parte…penultima

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