London’s calling #6: I casi di Fleet Street

Luoghi nonluoghi superluoghi liberamente rivisitati

Torniamo alla mitica Fleet Street, una volta la strada dell’inchiostro sede dei principali giornali che ora si sono trasferiti nella più tecnologica Canary Wharf e a Wapping (dove un tempo impiccavano i pirati), rimane popolata da avvocati parrucconi settecenteschi, c’è il Tribunale o meglio The Royal Courts of Justice, Temple Bar – anticamente la porta di Londra, progettata da Christopher Wren, l’architetto Scricciolo, dopo l’incendio che distrusse la città nel 1666 – punto di raccordo con lo Strand, strada che costeggia Embankment e il Tamigi, confluisce nel tragitto ad arco di Aldwych e sfocia nella piazza con i leoni di Trafalgar Square. Nelle vicinanze il ponte di Sir Robert Foster che collega la Cattedrale di St Paul’s alla Tate Modern, e rimanendo sullo Strand un altro posto straordinario, Somerset House, galleria di arte, centro per convegni, luogo di incontro per aperitivi tra colonne neoclassiche e fontane a cascate. Chi ama l’horror saprà che Sweeney Todd, il barbiere serial killer bazzicava da queste parti.
L’edificio misterioso dell’area rimane il Tempio dei Massoni, La Loggia, The Lodge, pavimento a scacchi bianco e nero, simbolo dell’incontro tra luce e giorno, vita e morte, bene e male, ordinati in un schema ricorrente nella vita di ogni uomo, museo, biblioteca, visitabile su prenotazione. Quando si nomina il Tempio, partono nella mente spezzoni di film con riunioni segrete, da Sherlock Holmes mentre indaga il caso di Jack lo Squartatore alla scena con le maschere in Kubrick con la colonna sonora inquietante di una messa al contrario di Jocelyn Pook, e non solo, sorprendentemente anche nello spazio, il Sergente Apone, in Aliens, il primo della serie “questa volta è guerra”, nel 2179 porta un anello massonico, con tanto di compasso e squadra, se la cava solo Ripley e a caro prezzo. Al cinema i massoni decidono il destino del mondo in luoghi occulti, che noi spiamo con un misto di timore e curiosità morbosa.
“Hai visto quando gli ha dato la mano?”
“Quando? Dove? Chi?”
“Non l’hai visto? È una scena fondamentale.”
“Se me la ripeti, mi fai un favore.”
“L’anello, l’anello con la Grande G, Il Grande Architetto. E non solo, anche la costellazione dei Gemelli nell’emisfero boreale, Gemini, una sorta di mappa della via di iniziazione.”
E qui capisci che ti sei perso qualcosa per strada, altro che conoscere è ricordare, non ricordi proprio, la memoria fa spazio ad altro. Non è l’anello di Gollum, anche se c’è chi ha tentato di vedere dei paralleli con la simbologia della massoneria persino nel Signore degli Anelli, forse per la mitologia complicata e le prove da affrontare.
Nel frattempo sono già arrivata davanti all’ingresso sontuoso dell’Hotel Savoy, ora c’è pure quel mastino di Gordon Ramsey, un duro ex-giocatore di football in prova tra i colossi dei Rangers che divenne chef per un infortunio al ginocchio, ma questa è un’altra storia…

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