Stillness

Una volta imboccato il vialetto di Ranelagh Gardens, sentì un’aria famigliare. Bussò alla porta e Mrs Reed con la sua tipica flemma urlò dal corridoio ‘arrivo Darling’.

“Bene arrivata, ti ho preparato la camera sull’attico, com’è andato il viaggio?”

“Ci ho messo più da Gatwick a qui che da Svetonia a Londra.”

“I trasporti inglesi sono inutili, lo so, vuoi una tazza di tè o un caffè, quello che ti piaceva tanto.”

Non voleva contraddirla e optò per il caffè filtro, che non le piaceva affatto.

“Accomodati in salotto, arrivo subito.”

“Come sta Mr Reed?”

“È morto da due anni, gli è venuto un infarto dopo la solita nuotata mattutina che faceva al club.”

“Mi dispiace, non lo sapevo.”

“Non te l’ho detto per non darti un dispiacere.”

Decise di cambiare discorso.

“E sua figlia?”

“Lavora sempre per i brokers della Regina, ma a sposarci non ci pensa proprio.”

“Beh si vede che sta bene così, no?”

“Mah, più che altro ha un carattere difficile, si stufa.”

“Non è l’unica.”

Mrs Reed scoppiò a ridere.

“E tuo marito?”

“L’ho lasciato.”

“Non è durato molto. Mi sembrava una brava persona ma non era adatto a te, troppo noioso. Comunque c’è un detto che dice ‘il mare è pieno di pesci’.”

“Non il mio.”

“Leila sei incorreggibile!”

Con la scusa di lavare le tazze, sgattaiolò in cucina e Leila capì che la conversazione finiva lì. Ringraziò Mrs Reed per il caffè e salì le scale rivestite con una moquette a fiori beige e marrone verso la stanzetta nell’attico. Mise Pacetto sulla scrivania, buttò le borse in un angolo e si distese a letto per riposarsi un po’.

Mentre stavo sognando cascate cristalline, squillò il telefonino, era il suo amico Ashley che la invitava a uscire la sera stessa.

“Ci vediamo al NFT tra due ore, ok?”

“D’accordo, ti aspetto al bar.”

✥✥✥

Ashley era un ingegnere che viveva a Londra da ormai una vita, abitava in una zona remota a nord, irraggiungibile via metropolitana, si muoveva sempre in bicicletta, nonostante il traffico e lo smog.

Leila si sedette al bar su uno sgabello che stava proprio di fronte alla vetrata sul Tamigi. Ashley era in ritardo e quindi si mise a leggere il programma dei film; dopo circa venti minuti lo vide arrivare da lontano con un pedale in mano.

“Scusami, ho avuto problemi con la bici.”

“Vedo! Che ti è successo?”

“Prima mi si è rotta la catena, ma credevo di aver risolto la cosa finché questo cazzo di pedale si è staccato dalla bici.”

“La bici allora dove l’hai lasciata?”

“In un vicolo dietro Covent Garden.”

“Non è molto comodo…cosa bevi?”

“Un chinotto.”

“Ashley credo che il chinotto non si beva da almeno vent’anni, comunque non penso che ce l’abbiano, un’alternativa?”

“Un’orangina.”

“Ah buona, me la bevo anch’io!”-

 

TO BE CONTINUED…ELSEWHERE  (in an ebook format)

P.S. ogni riferimento a fatti e persone è puramente casuale

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