Incipit

Gennaio è un mese quasi sempre impegnativo, preferisco concentrarmi sulla figura di Giano, il dio bifronte dell’inizio da cui prende il nome, custode dell’universo, raffigurato con due teste che simboleggiano da un lato il passato e dall’altro il presente e il futuro.

Grazie a Giano tutto ricomincia e si rinnova daccapo… Considero già un buon indizio il calendario omaggio che mi hanno regalato, finalmente privo di quelle foto tristissime di paesaggi anonimi innevati o ruderi nella nebbia, dodici fogli semplici di date e santi dai nomi curiosi. Il rito di passaggio dal vecchio anno al nuovo si concluderà tra breve, il giorno dell’Epifania, la Dodicesima Notte, ricordata anche dalla commedia omonima di William Shakespeare.

Qui il tema del doppio viene messo in scena da una coppia di fratelli gemelli che vengono separati in seguito a un terribile naufragio. Fortunatamente sopravvivono entrambi, anche se ognuno dei due pensa che l’altro sia morto. Viola, una volta arrivata in Illiria, decide di travestirsi da eunuco e diventa servitore del Duca Orsino.

La fonte letteraria per i gemelli è la commedia Menaechmi di Plauto (III sec. a. C.), riproposta poi nel canovaccio italiano dal titolo significativo, Gli Ingannati, rappresentato a Siena nel 1532 dall’Accademia degli Intronati.

La commedia degli equivoci si complicherà ulteriormente quando si presenterà a corte anche il fratello Sebastian, dando vita a un ambiguo gioco di specchi.

Nell’intreccio generato dallo scambio di identità, ognuno avrà modo di confrontarsi con una parte nascosta di sé, fino ad arrivare a ricomporre la visione frammentaria della separazione in una riconciliazione finale in cui il due torna a essere uno. Una commedia sulla rivisitazione del simbolo, secondo il suo significato originario: mettere insieme due parti distinte.

E allora si riparte puntando a nuovi orizzonti.

“Se la musica è il nutrimento della vita, continuate a suonare.”

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